Sergio Orsi è l’imprenditore dalle mille risorse, torna alla ribalta dopo una sentenza di condanna per associazione mafiosa nel 2010, prosciolto in un recente procedimento, entra di nuovo negli appalti pubblici, ma stavolta punta in alto: al Cira. Serve un deposito per lo stoccaggio dei rifiuti al centro di ricerche aerospaziali? Ci pensa Orsi a cercare un’impresa amica. Il Cira ha bisogno della manutenzione del patrimonio civile e industriale? Sergio Orsi organizza la gara, il contraltare e indica pure la ditta, poi promette il 10 per cento di «mazzette» ai funzionari che lo aiutano a mettere le mani sul Centro di ricerca aerospaziale. Nel piatto, ci sono 600mila euro. Ma Orsi deve dare poi la percentuale a chi gli fornisce l’input per vincere le gare. A quel punto, il figlio Adolfo ribatte: «Ma il 10% nemmeno più i camorristi ci arrivano».
Da questa ricostruzione prende le mosse l’inchiesta della procura Antimafia che ieri ha travolto e spedito in carcere Sergio Orsi e Oreste Fabio Luongo di 44 anni, quest’ultimo ex consigliere di Casale dell’era del sindaco Cipriano Cristiano, ma noto anche nell’inchiesta che travolse il sindaco di San Felice a Cancello.
Stando alla Procura Antimafia, un ruolo sostanziale nell’aggiudicazione degli appalti al Cira lo avrebbe avuto anche Amedeo Grassia di Trentola Ducenta, infermiere nel centro di salute mentale di San Cipriano d’Aversa ed ex consigliere comunale nel periodo del sindaco Michele Griffo. La Procura intercetta Grassia che parla con il collaboratore di giustizia Dario De Simone, la «voce» narrante del processo Spartacus I, ex killer con all’attivo 98 omicidi. E il tono è talmente cordiale fra i due che spinge la Procura a scrivere: «La telefonata rileva il rapporto di amicizia con il De Simone - si legge - esponente del clan dei Casalesi e poi collaboratore di giustizia». L’intercettazione viene inserita agli atti dell’inchiesta e, probabilmente, dalla telefonata prende avvio l’intera scoperta della trama del Cira. Di certo, Grassia viene seguito: secondo l’accusa, lui avrebbe portato atti riservati a Sergio e Adolfo Orsi forniti da Francesco Pirozzi O’Picciuotto (di Trentola Ducenta anche lui), dipendente del Cira di Capua con funzioni di geometra dell’ufficio tecnico. E infatti, Pirozzi è accusato di aver rivelato notizie a Orsi sull’appalto per i lavori di riqualificazione del patrimonio edile del Cira. Un piatto succulento da un organo, come il centro di ricerche, che ogni anno è destinatario del contributo statale di circa 24 milioni con all’attivo 325 dipendenti, di cui il settanta per cento composto da ricercatori.