La Brianza del Sud in lutto:
«Qui il lavoro muore»

La Brianza del Sud in lutto «Muore il motore dell'economia»
La Brianza del Sud in lutto «Muore il motore dell'economia»
di Marilù Musto
Domenica 1 Novembre 2020, 18:36 - Ultimo agg. 20:28
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«È venuto a mancare, causa forza maggiore, il Lavoro». È scritto su un manifesto funebre attaccato sulla buca delle lettere, rossa, in piazza Vanvitelli, a Caserta. Ed è il simbolo della sconfitta per un'intera provincia che è stata, per anni, il motore dell'economia della Regione. C’era una volta la Brianza del Sud: Caserta, ora ridotta a scheletro delle attività produttive. Negli ultimi venti anni si è puntato tutto sui consumi, ma anche quelli iniziano a  calare con le restrizioni che evitano la diffusione del Covid-19. E così, in centro, nel «cuore» del commercio della città della Reggia, si piange la «morte» dei negozi. 

Intanto, i baristi, i gestori dei pub e di ristoranti hanno sventolato il manifesto funebre del lavoro in piazza, quattro giorni fa, per protestare contro le misure restrittive del nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte che prevede la chiusura anticipata dei locali.

Cala il turismo. E l’economia della città di Caserta è in ginocchio, così come quella dell’Agro aversano.

Il caso Carinaro 

Nell'agro, «cerniera-ferita» del Casertano verso il Napoletano, non va meglio. Dopo l’ultima decisione della multinazionale degli elettrodomestici Whirlpool di abbandonare al suo destino lo stabilimento di Napoli, già ufficializzata al Governo, diventa sempre più a rischio anche il ruolo del sito di Carinaro, in provincia di Caserta, già riconosciuto dall’azienda come Centro dei ricambi a servizio dell’intera filiera di Emea.

Fondate le preoccupazioni che sono state manifestate due giorni fa dalle parti sociali sui possibili risvolti che una decisione così traumatica potrebbe comportare anche nel Casertano, pur in assenza di dichiarazioni ufficiali da parte della proprietà americana. Nessuno dei politici del Casertano pare sia intervenuto.

Per gli operai è la storia della vertenza che induce al pessimismo se si pensa che la cig ha fatto la sua comparsa nel territorio sin dal 2013 (con 1.050 addetti), ed è stata riproposta nel 2015 (850 dipendenti). Storia recente, non meno dolorosa: la cig è stata ripresa tre anni fa con 320 unità. Un travaglio senza fine, insomma, per le maestranze, che ha inciso profondamente sulle condizioni reddituali di tante famiglie, facendo da contraltare rispetto alle fortune che hanno invece riguardato lo stabilimento Whirlpool di Varese dove il piano industriale viene applicato puntualmente e dove ci sono incrementi anche per l’occupazione.

Uno smacco, insomma, per Carinaro.

I sindacati

Per questo sono del tutto amare le riflessioni dei sindacati, a cominciare dalla Cgil di Caserta. «Qui si mette in discussione la stessa sopravvivenza del sito di Carinaro - avverte il responsabile della Camera del lavoro Matteo Coppola - dal momento che l’attività viene mantenuta solo attraverso un pezzo della logistica. Per questo ribadiamo le nostre posizioni già manifestate in Prefettura e che confermeremo il 5 novembre prossimo in occasione della manifestazione nazionale dei metalmeccanici per il contratto nazionale di categoria. A nostro giudizio c’è bisogno di una normativa che impedisca disimpegni o dismissioni, così come spesso si è verificato in Terra di Lavoro».

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