Gli incendi dilagano, bande ecocriminali
attaccano depositi dismessi

Gli incendi dilagano, bande ecocriminali attaccano depositi dismessi
di Giuseppe Scuotri
Lunedì 4 Luglio 2022, 07:48
4 Minuti di Lettura

Entrano nelle case senza preavviso, spesso nel cuore della notte, con il loro carico di morte. S'insinuano attraverso le finestre lasciate aperte per il caldo, asfissiando chi dorme. Quello che per tanti può essere l'incipit di un racconto dell'orrore, per chi abita nella Terra dei Fuochi è una realtà quotidiana. I fumi dei roghi tossici continuano ad appestare l'aria nel territorio al confine tra le province di Caserta e Napoli. Qui, l'attività degli ecocriminali ha trasformato da anni l'estate in una trappola velenosa: con l'innalzarsi delle temperature, le discariche abusive disseminate ai margini dei centri abitati cominciano puntualmente a bruciare a un ritmo sempre maggiore. La sera del 2 luglio, la gravità della situazione l'hanno toccata con mano, per l'ennesima volta, i cittadini di Parete: alle 19.30, un incendio è divampato nei pressi di un capannone industriale dismesso in via Salvo D'Acquisto, un'arteria rurale che collega il paese casertano con Giugliano in Campania. Il fuoco, alimentato dal clima afoso e dalle sterpaglie secche, ha raggiunto in breve tempo gli spazi esterni dello stabile, che un tempo ospitava una fabbrica di imballaggi, divorando il cumulo di scarti di produzione, materiali plastici, pedane di legno e rifiuti che da tempo giacevano abbandonati all'aperto.

La situazione è degenerata velocemente: in meno di un'ora, un'alta colonna nera si stagliava nel cielo. Sul posto sono giunti i carabinieri della locale stazione e, poco dopo, i vigili del fuoco, che hanno dovuto lavorare fino alle 22.45 per spegnere l'incendio. In quel lasso di tempo le esalazioni tossiche, sospinte dal vento, sono arrivate fino ai centri abitati, rendendo l'aria irrespirabile per tutta la notte. Questa non è che la punta dell'iceberg: negli scorsi venti giorni, dal 14 giugno al 3 luglio, sono stanti individuati più di trenta roghi di varia dimensione tra l'Agro aversano e il Giuglianese. Solo poche ore prima dell'incendio di Parete, due discariche abusive sono state date alle fiamme, in contemporanea, sotto le rampe dell'Asse mediano, una nei pressi di Caivano e l'altra all'altezza dell'uscita per Villa Literno. «Possiamo dire di trovarci nel bel mezzo della fase più critica per i roghi tossici afferma Biagio D'Alessandro, presidente dell'associazione ambientalista Terra Nostrum Trentola Ducenta .

Quanto stiamo osservando non ci stupisce: l'andamento di questo fenomeno è oramai noto a tutti. Gli sversamenti e i roghi non cessano mai davvero durante l'anno, ma fanno registrare un sensibile rallentamento nei mesi più freddi e piovosi. Con il ritorno del caldo, che agevola la combustione, i piromani intensificano di nuovo il loro lavoro».

Video

Per D'Alessandro, le modalità con cui si è consumato l'incendio di sabato scorso non devono cogliere di sorpresa: «Non è un caso né che sia avvenuto durante il fine settimana né che abbia coinvolto un capannone industriale dismesso. Monitorando il territorio nel corso degli ultimi anni, ci siamo resi conto che chi appicca i roghi preferisce agire nei weekend, quando c'è meno presenza delle forze dell'ordine nelle strade e anche tanti cittadini sono fuori zona. Pure la scelta di un capannone dismesso è un qualcosa di già visto: gli ultimi grandi roghi registrati a Caivano e Acerra hanno interessato capannoni dismessi, che si è poi scoperto essere imbottiti di pneumatici e lastre d'amianto. Sembra, a tutti gli effetti, una precisa strategia di smaltimento. Nel caso di Parete, anche se il rogo è partito da sterpaglie esterne alla struttura, la dinamica e l'altissima frequenza di questi fenomeni rendono assai remota l'ipotesi dell'incidente, facendo assomigliare il tutto molto più a un innesco calcolato. Ritengo conclude - che gli incendi dolosi siano almeno il 95% di quelli che osserviamo ogni giorno».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA