«Macrico, no al cemento: la tutela sarà garantita con un iter più veloce»

Il sindaco Marino: "Corsia preferenziale con il piano particolareggiato"

L'area del Macrico
L'area del Macrico
di Nadia Verdile
Giovedì 27 Aprile 2023, 08:26 - Ultimo agg. 12:01
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Macrico, finito il giro delle audizioni con il professore Christian Iaione e la sua squadra. Sedici gli incontri, ultimo dei quali quello con il vescovo Pietro Lagnese. Audizioni che hanno permesso ai progettisti di conoscere i punti di vista delle diverse realtà ascoltate ma che sono solo il punto di partenza. Un primo punto di partenza per un progetto di partecipazione che inizierà, estesa a tutti, quando ci sarà la proposta di documento strategico da parte della proprietà. Un po' come avviene per il processo di approvazione del Puc, Piano urbanistico comunale.

«Il percorso di co-progettazione messo in campo da LabGov della Luiss su richiesta della Chiesa casertana afferma il primo cittadino Carlo Marino attraverso l'ascolto dei rappresentanti della società civile, del settore imprenditoriale e delle istituzioni pubbliche, è stata una scelta molto interessante. Il fine ultimo di questo percorso è quello di sperimentare progetti di imprenditorialità civica che generino forme di sviluppo sostenibile di comunità e che sappiano coniugare innovazione sociale, tecnologica e digitale trasformandola in un motore di eguaglianza sociale e sviluppo socio-economico. Sarà poi la proprietà, la Chiesa, a fare sintesi. La ritengo comunque un'iniziativa strategica l'ascolto della città».

Si faceva riferimento al Puc che in città attende da anni di essere approvato. C'è chi, come il comitato Macrico verde, teme che la mancata approvazione del Puc sia un pericolo per il futuro del nuovo Macrico e da anni chiede che venga dichiarata F2 la zona dove insiste il Macrico, cioè territorio inedificabile destinato alla realizzazione di giardini pubblici, con i relativi arredi fissi richiesti per la loro più completa fruizione.

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«Il Macrico ha per la città di Caserta continua il sindaco una tale importanza che non avrà bisogno della definizione del Puc. Faremo riferimento al Piano particolareggiato che disciplina e conforma, in esecuzione alle previsioni del Piano regolatore, gli interventi pubblici e privati di un ambito o porzione di territorio, mediante la definizione dettagliata dell'assetto di quest'ultimo. In sintesi, si tratta di un percorso rapido, una corsia preferenziale, che consentirà, avuto il progetto, di approvarlo in consiglio comunale e dare il via alla modifica del piano regolatore. Il Piano particolareggiato di esecuzione è approvato con la deliberazione del consiglio comunale con la quale vengono decise le opposizioni e le osservazioni presentate. La deliberazione di approvazione conferisce carattere di pubblica utilità alle opere previste nel Piano particolareggiato. La deliberazione viene poi pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Campania.

Le varianti al Piano particolareggiato sono approvate con il procedimento previsto per il Piano medesimo. In pochi mesi si chiude, a differenza dei tempi lunghissimi previsti dal Puc».

Dunque, se l'approvazione del Puc dovesse ancora tardare a venire (la si attende da anni), per il Macrico sarà prevista un'altra modalità di "protezione" che garantirà, essendo il luogo di grande importanza pubblica, tempi celeri per poter procedere all'inizio dei lavori. Due mesi fa il Vaticano diede il suo imprimatur alla rinascita dell'ex Campo di Marte secondo la visione del vescovo Pietro Lagnese raccolta nel Manifesto "Da Campo di Marte a Campo della Pace". A poco più di un anno dall'annuncio di voler aprire alla città l'area di proprietà dell'Istituto diocesano sostentamento clero, di cui è presidente don Antonello Giannotti, il riconoscimento romano ha sigillato il lavoro che da mesi la Fondazione sta svolgendo per la rigenerazione dell'ex Macrico.

«Il contributo che l'ex Campo di Marte aggiunge Marino potrà dare alla salubrità dell'ambiente cittadino è grandissimo se si pensa alla vastità dell'area. Quando il Macrico sarà parco verde aperto alla comunità avremo una città più green, con più spazi per l'incontro, la cultura, la crescita. Quello che non dovrebbe mancare è la coniugazione tra verde e arte, nel senso che passeggiare nel parco che verrà sarà un'esperienza non solo di piacere ma anche di bellezza e apprendimento. Penso, per esempio, ad un parco artistico, uno spazio verde in cui vengono collocate opere di artisti, designer ed architetti contemporanei. Un parco che coniughi benessere del corpo e della mente, che metta ancora più in relazione il Palazzo reale con il Macrico dove passeggiare potrebbe diventare un'esperienza culturale». Ce ne sono molti già in Italia di parchi con questa vocazione, basti pensare al Bosco della Ragnaia a Montalcino, il Fuseum a Perugia, il Parco artistico Argiolas a Cagliari. Quello che hanno in animo allo studio Alvisi-Kirimoto e che si aspetta la Fondazione Casa Fratelli Tutti è ancora tutto da scoprire.
 

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