Maddaloni, deserta l'asta per la vendita della colonia di Rimini

Il commissario straordinario Caradonna valuta seriamente il piano B

Torre Pedrera di Rimini
Torre Pedrera di Rimini
di Giuseppe Miretto
Sabato 16 Dicembre 2023, 07:00
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È andato a vuoto anche il terzo tentativo di vendere all'asta il gioiello di famiglia. L'alienazione della colonia marina di Torre Pedrera di Rimini (località più a nord di Rimini) una colonia unica nel suo genere con annessa proprietà della spiaggia a 500 metri, è in caduta libera. Non è stata aggiudicata per 2,4 milioni di euro. Poi la cifra è scesa a 1,8 milioni di euro e ora non è stata aggiudicata nemmeno per 1,4 milioni. Un bene di enorme valore rischia di essere svenduto a prezzi irrisori. Per garantire la tenuta della ricomposizione del sovraindebitamento che vale 33 milioni di euro e la tutela dei creditori, che hanno appoggiato il concordato preventivo, il commissario straordinario Antonio Caradonna valuta seriamente il piano B. «Abbiamo molte offerte di acquisto - si limita a dire - stiamo valutando. Di più, per ovvie ragioni, non posso dire». In concreto, è stato lanciato a un «appello alla Regione Campania», spiegano dal Villaggio dei ragazzi, e, in subordine, al comune di Maddaloni, per l'acquisto diretto.

A contribuire al crollo del prezzo, c'è un vincolo urbanistico del comune romagnolo: tutte le ex colonie non possono essere riconvertite in strutture di accettazione e hotel. Quindi solo un ente pubblico potrebbe garantire la liquidità preziosa per il lavoro del commissario liquidatore (Monica Osteria) e del commissario giudiziale (professor Roberto Tizzano). Cresce la liquidità disponibile: sono stati venduti tre dei quattro appartamenti posseduti a Roma su una base d'asta complessiva di poco inferiore al milione di euro. È in via di definizione anche la vendita dell'ultimo appartamento sul quale verte un onere di vertenza per morosità con l'attuale occupante. Ma spunta anche un piano C. Cresce il pressing affinché sia il Comune a prelevare la colonia marina tanto cara al fondatore don Salvatore D'Angelo.

In passato, sono stati i ragazzi del territorio a usufruire delle attività balneari. Un eventuale acquisto avverrebbe in continuità. 

Il sindaco non conferma e non smentisce. Il nodo da sciogliere è tutto finanziario. «Purtroppo anche la seconda base d'asta - rivela Andrea De Filippo - non ha dato i frutti sperati. Ora, se l'importo dovesse diventare più contenuto e abbordabile per le nostre casse valuteremo di acquisire al patrimonio comunale un bene prezioso, socialmente molto utile e parte integrante della memoria condivisa della nostra comunità».

In cifre, con una somma che oscillerebbe tra 1,5 e 1,8 milioni di euro si potrebbe chiudere. Il percorso di ripristino dell'agibilità economica verso i creditori si somma al ripristino della legalità. Tanto che il presidente della Corte d' Appello di Napoli, Eugenio Forgillo, è sceso in campo per dare forza e sostegno al nuovo corso gestionale. «L'incontro e la vicinanza - commenta il commissario Antonio Caradonna - rientra nel circuito dei percorsi di legalità, un progetto avviato nel 2015 con l'obiettivo di far incontrare studenti e istituzioni per accrescere nei primi la cultura del rispetto delle regole per una sana convivenza». Un modo per voltare pagina per la fondazione trascinata sull'orlo del baratro da gestioni allegre e anarchiche. 

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