Studentessa accoltellata in classe a Caserta, è in prognosi riservata: famiglia e amici pronti a donare sangue

C'è molta apprensione sullo stato di salute della 18enne ferita

L'istituto Michelangelo Buonarroti
L'istituto Michelangelo Buonarroti
Marilu Mustodi Marilù Musto
Sabato 16 Dicembre 2023, 07:00
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Sono ancora gravi le condizioni di salute della diciottenne di Caserta accoltellata dalla compagna di classe, durante un compito. Il dramma, venuto a galla in maniera dirompente, durante il corso serale all'istituto Michelangelo Buonarroti, tiene banco negli istituti scolastici di tutta la provincia di Terra di Lavoro: discussioni e confronti fra insegnanti e allievi sono all'ordine del giorno. Sullo stato di salute della ragazza ferita, però, c'è molta apprensione.

I medici dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano non hanno ancora sciolto la prognosi che, per ora, resta riservata.

I familiari hanno chiesto di donare sangue e qualcuno si è anche recato al centro prelievi, ma per ora non sembrerebbe ci sia bisogno di sangue. Di certo, i camici bianchi non se la sentono di ritenere la giovane al sicuro da qualsiasi pericolo. Potrebbero sopraggiungere ancora infezioni o altre complicazioni. Le ferite al collo e alla nuca sono piuttosto profonde e necessitano di cure quotidiane, molto dolorose. Ciò che colpisce è la gravità della condizione in cui è stata ridotta. Si contano oltre cinque segni di lesioni sugli arti: i tagli, per fortuna, non hanno colpito organi vitali. Sul fronte delle indagini, il cerchio può definirsi chiuso: durante la perquisizione a casa della colpevole del ferimento - eseguita dai carabinieri - non sarebbero state trovate altre armi. Il coltellino (che era legato al portachiavi dell'indagata) fu sequestrato il giorno dell'accoltellamento. Intanto, il gip del tribunale dei minorenni di Napoli ha convalidato l'arresto della diciassettenne accusata di tentato omicidio della compagna, aderendo a tutta la ricostruzione eseguita dai carabinieri della compagnia di Caserta, diretta dal capitano Pietro Tribuzio. Dopo l'episodio dell'istituto Buonarroti, il mondo della scuola ne è uscito scosso. 

In verità, la violenza che regna negli istituti superiori era emersa in provincia di Casera già nel 2018 quando all'istituto Bachelet-Majorana di Santa Maria a Vico nel febbraio di cinque anni fa, fu accoltellata da uno suo studente 17enne la professoressa di italiano Franca Di Blasio. «Prevedo - ha spiegato nei giorni scorsi Gino Aldi, psicoterapeuta - che da qui ad alcuni anni per entrare nelle scuole bisognerà blindarsi. Purtroppo sta crescendo una generazione sulla quale non si interviene, non si riesce ad intervenire e non si vuole intervenire, perché non si vuole vedere la gravità del problema, che ha una difficoltà nel controllo degli impulsi, non ha la capacità di metabolizzare mentalmente quello che fa».

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Uno sguardo d'insieme su tutta la vicenda lo ha dato anche Vincenzo Sacco, il soccorritore della giovane vittima, che ha raccontato le fasi salienti successive all'aggressione. «Mercoledì eravamo nelle nostre classi - aveva raccontato Vincenzo - ma all'improvviso abbiamo sentito delle urla. Siamo usciti dall'aula e io mi sono trovato di fronte A. in corridoio che diceva:voglio tornare da mia madre e si chiedeva cosa avesse fatto di male per meritarsi tutto ciò. Da lontano ho intravisto l'altra ragazza che continuava a lanciare oggetti per aria. Mi sono svestito, ho tolto anche la felpa e la maglia perché il sangue continuava a uscire. Per fortuna, i medici sono arrivati in tempo». Le indagini, in ogni caso, proseguono per capire se ci sia stato un complice della 17enne - che festeggerà fra una settimana il compleanno dietro le sbarre - ma per ora non sembra emersa alcuna circostanza. L'indagata era stata isolata dal gruppo della classe perché considerata pericolosa e, per dispetto, quest'ultima avrebbe affrontato con un coltello la più rappresentativa del gruppo. 

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