Il sindaco non rubò la corona del Crocifisso:
il giudice archivia la denuncia contro Velardi

Il sindaco non rubò la corona del Crocifisso: il giudice archivia la denuncia contro Velardi
Giovedì 11 Marzo 2021, 17:08 - Ultimo agg. 17:31
3 Minuti di Lettura

Terza archiviazione in pochi giorni per il sindaco di Marcianise Antonello Velardi, che era stato accusato di essersi appropriato della corona d'oro posta sul capo della statua del Crocifisso di Marcianise.

A denunciarlo era stato nel marzo 2018 il parroco del Duomo, don Paolo Dello Stritto, ma il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha archiviato. Nei giorni scorsi Velardi aveva ottenuto dallo stesso tribunale l'archiviazione di due indagini, ovvero quella sulle presunte firme false in occasione della sua candidatura a
sindaco nell'estate scorsa, e l'altra relativa ai permessi a costruire rilasciati alla società Interporto. 

Velardi ripercorre la vicenda della corona d'oro con un post su Facebook. «Non avevo rubato - scrive il sindaco - la corona d'oro che orna il capo della statua prodigiosa del Crocifisso di Marcianise.

Non l'avevo né rubata, né me ne ero appropriato indebitamente. L'inchiesta è stata archiviata, il provvedimento è del gip di Santa Maria Capua Vetere che ha accolto la richiesta di archiviazione formulata direttamente dalla Procura della Repubblica. Toccherà ora spiegarlo alla mia anziana mamma, molto devota al Crocifisso, che non riusciva allora a capacitarsi di come il figlio sindaco si fosse appropriato di una cosa che non era sua, addirittura della corona d'oro che la Città di Marcianise aveva voluto donare alla Chiesa negli Anni Cinquanta in segno di profonda devozione popolare».

Velardi ricorda di aver saputo dell'indagine da un giornale, e che l'avviso di garanzia gli fu notificato solo dopo dai carabinieri. «Sottoposto ad un lungo interrogatorio - scrive - spiegai di aver preso in custodia la corona dal collaboratore del parroco, Raffaele Salzillo, che ritenne giusto darla a me perché la proprietà della corona era del Comune avendola il sindaco di allora donata al parroco di allora. Per la verità, non la presi io in custodia: semplicemente, chiesi ai vigili urbani di acquisirla e metterla al sicuro in cassaforte. Cosa che avvenne regolarmente. Ricordo ancora il via vai in quei giorni nella sacrestia del duomo da parte dei politici dell'opposizione che andavano a manifestare la loro solidarietà al sacerdote. Che non mi ha mai chiesto scusa, né per la verità me l'aspettavo. Perdono il parroco: me lo chiede il Vangelo. E ringrazio il giudice, a Berlino. Buona giornata a tutti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA