Il sovrintendente di Archeologia di Caserta e Benevento agli arresti domiciliari: aveva in casa reperti rubati

La nuova tegola giudiziaria due mesi dopo il primo arresto a Capua

Mario Pagano è sovrintendente di Archeologia di Caserta e Benevento
Mario Pagano è sovrintendente di Archeologia di Caserta e Benevento
di Biagio Salvati
Martedì 22 Novembre 2022, 08:00 - Ultimo agg. 23 Novembre, 15:00
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Volumi, dipinti e reperti di particolare valore storico, risultati rubati in biblioteche, musei e castelli di diverse città italiane, erano tutti nella disponibilità Mario Pagano, 64 anni, sovrintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento destinatario, da ieri, di una nuova misura cautelare (arresti domiciliari) con l'accusa di ricettazione di beni culturali. La nuova tegola giudiziaria sulla testa di Pagano si è abbattuta a distanza di due mesi dal primo arresto avvenuto a Capua, durante una fiera per appassionati di numismatica. Il sovrintendente, che aveva subito ottenuto l'obbligo di dimora, passa dunque agli arresti domiciliari, misura notificatigli dai carabinieri del Nucleo Tpc (Tutela del Patrimonio Culturale) di Napoli. La Procura di Santa Maria Capua Vetere - con il pool di sostituti Armando Bosso, Iolanda Gaudino e Giacomo Urbano, coordinati dal Procuratore capo Carmine Renzulli ha chiesto ed ottenuto dal gip del tribunale sammaritano l'arresto del sovrintendente, alla luce di ulteriori accertamenti eseguiti dagli uomini dell'Arma agli ordini del capitano Massimiliano Croce. In particolare, si tratta di diverse perquisizioni e acquisizioni di materiale, eseguite sia presso le abitazioni napoletane di Pagano, che presso la Soprintendenza i cui uffici sono ubicati nella Reggia di Caserta.

Tra i reperti sequestrati dai carabinieri, compare il volume «Officia Sanctorum Salernitana», opera risultata rubato presso la Biblioteca Universitaria Area Umanistica Salerno; un dipinto olio su tela raffigurante «Crocifissione», rubato al Castello di Mercogliano; un dipinto, tecnica olio su tela, con cornice, raffigurante «Gesù - episodio Via Crucis», rubato alla Chiesa di Santa Margherita del Comune di Olevano Romano (Roma); quattro volumi datati 1541, rubati alla Biblioteca del Convento di San Pietro ad Aram di Napoli; un volume «Marmora Pisaurensia Notis. Illustrata», provento di furto alla Biblioteca Comunale Liciniana di Termini Imerese (Palermo) e, infine, un unguentario in vetro con fondo piatto dell'età imperiale I-II secolo d.C. 

Tutto è partito due mesi fa, quando Pagano fu sorpreso in flagranza mentre tentava di scambiare ad una fiera di numismatica di Pastorano reperti antichi con un 70enne venditore, Giovanni Arnone, noto alle forze dell'ordine, anche egli finito in quella circostanza prima ai domiciliari e poi all'obbligo di dimora.

Entrambi furono fermati perché trovati in possesso di 78 monete in bronzo di vari periodi provenienti da scavi clandestini e due libri antichi. I carabinieri sequestrarono inoltre a casa e nell'ufficio di Pagano un altro libro antico e vari reperti archeologici. Il sovrintendente si difese spiegando di essere un collezionista e di avere acquistato i reperti alle fiere senza saperne la provenienza ma su tutti i reperti sono state poi effettuate delle verifiche per accertarne la provenienza illecita. Circostanza poi confermata su diversi reperti nella disponibilità di Pagano e quindi sequestrati ieri. Per il primo arresto poi diventato obbligo di dimora, Pagano, attraverso i suoi legali aveva chiesto la revoca al Tribunale del Riesame che però confermò la misura. I suoi appartamenti sono ancora sotto sequestro e proprio lì è proseguita l'attività di indagine che ha portato alla nuova misura cautelare degli arresti domiciliari.

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Mario Pagano, classe 1958, era alla guida della soprintendenza casertana dal dicembre 2019: un ritorno poiché l'aveva diretta già nel 2008. Liceo classico alla Nunziatella, laurea in lettere classiche con indirizzo archeologico all'Università degli studi di Napoli Federico II, diploma di archivista, borsista all'università di Besancon e poi di Bordeaux, si è guadagnato negli anni, negli ambienti dell'archeologia, fama di uomo di fine cultura. Anzi, raffinatissima cultura. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto il professore Mario Pagano, aveva avuto anche un risvolto amministrativo. Il ministero dei Beni Culturali, infatti, emise un decreto di sospensione nei confronti del sovrintendente con funzioni avocate dal direttore Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Mic, Luigi La Rocca

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