Pugile ucciso, lite con il fratello
e il coltello «trovato» la verità di Gabriel

Pugile ucciso, lite con il fratello e il coltello «trovato» la verità di Gabriel
di Mary Liguori
Giovedì 2 Settembre 2021, 08:43 - Ultimo agg. 10:42
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La prima lite, sabato sera, il pugile Gennaro Leone l'avrebbe avuta con il fratello di Gabriel, il diciottenne che di lì a qualche ora lo avrebbe ucciso. E proprio per «proteggere» suo fratello, il ragazzino di Caivano sarebbe tornato in via Vico. Sono solo alcuni dei dettagli che emergono dagli atti che il gip di Santa Maria Capua Vetere ha vagliato per decidere di convalidare il fermo del 18enne per omicidio volontario e spiccare ordinanza con l'aggravante dei futili motivi. Gabriel Ippolito che dal carcere continua a chiedere scusa e a ribadire di non aver colpito per uccidere, sul perché avesse con sé un coltello continua a raccontare una versione poco credibile. «Quando sono tornato in via Vico e ho cercato di chiamare mio fratello al cellulare per dirgli che la comitiva con la quale poco prima avevano avuto un diverbio lui e i suoi amici era di nuovo lì, ho notato che a un ragazzo che camminava pochi metri d'avanti a me è caduto un coltello. Così l'ho raccolto. Non so perché l'ho fatto». Naturalmente Gabriel, assistito dall'avvocato Fioravante De Rosa (che aveva presentato istanza di domiciliari respinta dal gip), sostiene di «non conoscere quel ragazzo», né sa dire che fine abbia fatto la lama dopo l'omicidio. Eppure è su quel coltello, fatto sparire nel nulla, che si dibatterà, in futuro, il suo destino. Il rischio per Gabriel è l'aggravante della premeditazione; ma c'è anche la possibilità che, chiarendo nel dettaglio perché abbia sferrato quel fendente, gli sviluppi processuali portino a un alleggerimento della sua posizione. Ché, come è noto, ha colpito Gennaro a una coscia e il pugile è sopravvissuto per oltre tre ore dopo il ferimento. Trenta minuti sul basolato di piazza Correra, circondato dai suoi amici, disperati, e altre due ore, almeno, in ospedale, a Caserta, dove, intorno alle 3.30 del mattino, il suo cuore ha cessato di battere.


Non è un caso se ieri agli esami autoptici abbiano preso parte nove periti, tre per ogni parte in causa. Ci sono molti aspetti da chiarire. Dopo la coltellata, Gennaro poteva essere salvato? L'ambulanza è arrivata in tempi ragionevoli o con oltre mezz'ora di ritardo come sostengono gli amici della vittima che si sentono, in un video, imprecare al telefono col 118 che ha difficoltà a raggiungere il posto? Quando è arrivato in ospedale, infine, Gennaro è stato assistito adeguatamente? È certo che al Pronto soccorso il pugile è arrivato cosciente, tanto che almeno in un primo momento non si è temuto per la sua vita.

E invece è sopraggiunto un arresto cardiocircolatorio che ha stroncato la sua vita a soli diciott'anni e l'inchiesta andrà a chiarire se oltre le responsabilità dell'assassino ci sono state anche negligenze o errori nei soccorsi. Di qui l'esigenza di incaricare un numero così elevato di periti per l'autopsia.

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I funerali di Gennaro Leone si terranno venerdì alle 15.30 nella chiesa dello Spirito Santo a San Marco Evangelista, poche centinaia di metri da via Labriola, area in cui risiede la famiglia del ragazzo. Per questa sera, il parroco Fernando Latino ha organizzato una veglia di preghiera che avrà inizio alle 21. «Una vita spenta a 18 anni, sono le parole che risuonano come eco dal giorno della tua scomparsa.- il pensiero del sacerdote, pubblicato sulla pagina social della parrocchia - Il sorriso, la luce negli occhi, tanti sogni e il cuore colmo d'amore: tutto manca, sicuramente troppo presto e troppo in fretta ma la tua vita Gennaro, non si è spenta quella notte. La tua vita, oggi, ha un profumo diverso, un suono diverso, un colore diverso, è difficile da comprendere ma il tuo cuore continua a battere nel Suo: nel grande Amore di Gesù. La tua forza e la tua gioia saranno orme che lasceranno per sempre un segno indelebile nel cuore di ciascuno di noi. Non sarà facile rispondere ai tanti perché, ma quello che oggi possiamo fare tutti per aiutarti ad essere ancora vivo nel cuore della nostra comunità è sorridere con te e per te è lasciarsi guarire e consolare dall'Amore di Gesù, per imparare ad amare la vita come te e con te ... Sempre».
 

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