Terra dei fuochi, i sindaci lanciano
l'ultimatum: «Torneremo in piazza»

Terra dei fuochi, i sindaci lanciano l'ultimatum: «Torneremo in piazza»
di giu. scu.
Mercoledì 27 Luglio 2022, 08:40 - Ultimo agg. 11:16
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«Lo Stato ci ascolti o torneremo in piazza». È questo l'ultimatum lanciato dai comitati ambientalisti della consulta «Oltre la terra dei fuochi», nata per contrastare sversamenti di rifiuti e roghi tossici nell'area tra Napoli e Caserta.
L'appello giunge in seguito a una serie di richieste d'intervento inviate alle autorità nazionali e regionali che, per il momento, non hanno ricevuto risposta. «Il 21 luglio scorso racconta Giovanni Papadimitra, rappresentante dei comitati - la consulta, costituita per volontà di oltre quaranta sindaci del territorio, della Diocesi di Aversa e dei comitati, ha chiesto un incontro urgente al Governo, alla Regione Campania e ai Prefetti di Napoli e Caserta. Un atto in continuità con quanto già denunciato nell'esposto presentato il 19 luglio presso la Procura del Tribunale di Napoli Nord, consegnato da nostri rappresentanti direttamente nelle mani della procuratrice Troncone».
A questi due tentativi ha fatto seguito, lunedì 25 luglio, un messaggio pec inviato ai Prefetti di Napoli e Caserta dal sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi.

Il primo cittadino ha chiesto una riunione con i rispettivi Comitati provinciali sull'ordine pubblico. «Vogliamo rappresentare l'esasperazione dei cittadini che vivono giorno e notte lo stillicidio dei roghi tossici, con seri pregiudizi sulla salute pubblica denuncia Papadimitra -.

Sindaci, comitati e Chiesa non intendono più sottostare a questo stato di cose e insieme si ribellano per difendere chi qui vive. Non intendono sottostare a questo modo di fare della burocrazia, che tutto lascia correre senza intervenire». Un nuovo insuccesso aprirà la porta alle mobilitazioni di piazza: «Se non ci sarà immediato riscontro alle richieste di incontro, proporremo una manifestazione davanti alle due prefetture, e chiederemo ai sindaci di depositare le fasce tricolore per terra in segno di resa verso lo Stato sordo e inadempiente. È ora che il Governo faccia la sua parte». 

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