Omicidio in ospedale a Caserta,
​doppia inchiesta su medici e giudici

Omicidio in ospedale a Caserta, doppia inchiesta su medici e giudici
di ​Mary Liguori
Giovedì 5 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12:18
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Ha rifiutato l’incontro con l’avvocato, ma si è lasciato visitare dagli psichiatri del carcere. Charles Opoku Kwasi, il ghanese che ha ucciso Luca Toscano nell’ospedale di Sessa Aurunca, ha protestando per tutta la notte in una lingua incomprensibile. È in isolamento e le suppellettili della stanza sono state ridotte al minimo per evitare che possa ledere a se stesso o al personale della polizia penitenziaria. Stamane ci sarà l’udienza di convalida del fermo.

Ieri, a Falciano del Massico, sono stati celebrati i funerali di Luca Toscano, l’infermiere pensionato 77enne che ha trovato la morte in un modo assurdo, incomprensibile nonostante siano passati già tre giorni dalla tragedia. Non si è ancora compreso se Charles sia malato di mente o tossicodipendente cronico. Ma soprattutto non si è ancora compreso quali siano le eventuali responsabilità per quanto è accaduto. Fotosegnalato e fermato per furti e risse ad Andria, Bari e Rosarno prima ancora che a Castel Volturno, il 31enne sabato notte è stato arrestato per avere sfasciato un bar. Processato per direttissima. Il pm Armando Bosso aveva chiesto il divieto di dimora, il gip Marinella Graziano ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Quella sera stessa, però, in caserma, a Castel Volturno, Charles non si è presentato a firmare. Poche ore dopo, eccolo dare di matto contro le auto in sosta, venire bloccato dalla polizia, arrivare in ospedale in ambulanza. Lasciato ai medici alle sette meno un quarto ha poi ucciso a pugni Luca Toscano. Secondo gli infermieri del reparto di psichiatria, quando la polizia lo ha lasciato in ospedale non ha comunicato né le generalità né i precedenti aggressivi del ragazzo. Non aveva documenti e quindi non è stato possibile identificarlo. Sarebbe però bastato un minimo di coordinamento tra forze dell’ordine per dare subito un nome al ghanese, visto che i carabinieri lo conoscevano per averlo arrestato tre giorni prima.
 


Più di qualcosa, ormai è chiaro, non ha funzionato. Per questo potrebbero a breve scattare due inchieste ministeriali, sia in ospedale che in tribunale. Maurizio Gasparri di Fi ha presentato un’interrogazione ai Ministri dell’Interno e della Salute «perché si faccia chiarezza». E il caso del «San Rocco» evidenzia tutte le deficienze del sistema. Charles era «inseguito» da un provvedimento di libertà vigilata emesso dal tribunale di Bari e mai eseguito: dalla Puglia avevano perso e sue tracce. Inattuabile anche il decreto di espulsione del 2014: se c’è una misura cautelare in corso, l’immigrato va trattenuto in Italia. 

Sullo sfondo, la bomba a orologeria del Litorale Domitio, dove vivono oltre 100mila immigrati. «Per tutti è difficile lavorare in questo territorio - commenta Maria Gabriella Casella, presidente del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - Castel Volturno è un territorio ancora da esplorare, non sappiamo “cosa” sia realmente e quante persone ci vivano. Il Tribunale ha un organico centrato sulla popolazione censita, lo stesso principio vale per le forze dell’ordine. È ora che il Litorale Domitio venga affrontato in quanto emergenza, quale è».
 

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