Castel Volturno: la difesa di Pamela: «Il business dei trans gestito da altri»

Via agli interrogatori dell'organizzazione appena sgominata

Continua l'inchiesta sulla tratta dei trans brasiliani
Continua l'inchiesta sulla tratta dei trans brasiliani
di Biagio Salvati
Giovedì 13 Luglio 2023, 08:38
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C'è anche Pamela Andress, il cui vero nome è Jose Ricardo Santos Da Silva, 53 anni (nota come estetista a domicilio e balzata agli onori della cronaca per aver causato la morte di una 35enne di Maranello, a seguito di un'iniezione di silicone liquido per un ritocco al seno) nell'inchiesta della Dda che due giorni fa ha portato a 11 arresti. Oltre alla Andress e a suoi nove connazionali trasngender, c'è anche Daniele D'Isanto un italiano di Varcaturo che svolgeva l'attività di autista per conto della Andress accusata di essere la promotrice e organizzatrice dell'organizzazione. Ieri, davanti al gip del tribunale di Napoli Luca Della Ragione, in carcere ha però negato le accuse spiegando che sopra di lei c'erano altri che svolgevano questa attività. Ha negato anche di riscuotere dai 150 ai 300 euro settimanali per ospitare nelle sue abitazioni sul litorale i trans provenienti dal Brasile che facevano prostituire e che potevano liberarsi solo dopo aver pagato 12mila euro. In caso negativo, venivano minacciati anche con riti voodoo.

L'inchiesta è partita con una denuncia presentata da una trans di Roma nel 2019 al commissariato di polizia di Castel Volturno. Nell'inchiesta figura anche una trans accreditata come interprete al Tribunale di Milano che si occupava di far entrare illegalmente dal Brasile le connazionali che arrivavano all'aeroporto di Malpensa. La Andress (balzata agli onori della cronaca anche per aver fatto parte della giuria del concorso Miss Trans Campania) durante l'interrogatorio avrebbe detto che si occupava di eseguire solo operazioni estetiche al seno rigettando le pesanti accuse. Nel capo di imputazione si parla anche di "medici di fiducia dell'organizzazione" non identificati che si occupavano di interventi chirurgici. Secondo la ricostruzione della Dda, le trans, una volta arrivate in Italia, venivano portate in abitazioni a Castelvolturno-Ischitella e potevano allontanarsi solo per prostituirsi sotto il controllo dell'organizzazione. Dovevano lavorare solo nelle zone indicate dal gruppo e versare i proventi all'organizzazione. Erano costrette a comprare vestiti e accessori solo da loro e a sottoporsi ad interventi estetici da medici di fiducia dell'organizzazione.

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Veniva loro richiesta una somma di 12.000 euro per coprire spese varie. All'interno dell'organizzazione vi erano diversi ruoli, tra cui promotori, organizzatori, collaboratori, sorveglianti e riscossori dei proventi dell'attività criminale. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giovanni Varriale, Carmela Ranucci, Elvira Rispoli, Rino Santoro, Marta Ceraldi e Nicola Ucciero. La Andress si trovava agli arresti domiciliari a Giugliano in Campania a seguito della condanna a 4 anni e otto mesi per la morte della paziente a cui aveva eseguito un'operazione al seno. Ora è nel carcere di Secondigliano con altri quattro indagati. L'uso della magia nera per soggiogare le vittime è stato confermato dal ritrovamento di una testa di una statuetta raffigurante una divinità circondata da frutti che rappresenterebbe un rito chiamato "Egun" tramite il quale le vittime venivano messe sotto scacco in quanto è ritenuto mortale.

I proventi della prostituzione venivano versati al capo del gruppo criminale. Questa mattina saranno interrogati altri arrestati tra cui un altra trans con accuse meno gravi con il nome d'arte Suzuki. 

 

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