Invalidità gonfiate, il medico al gip:
«Soldi guadagnati con consulenze»

Invalidità gonfiate, il medico al gip: «Soldi guadagnati con consulenze»
di ​Mary Liguori
Giovedì 7 Novembre 2019, 14:49
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In un solo anno hanno prodotto un danno da 400mila euro all’ Inps. Con certificati che «gonfiavano» il grado di invalidità dei richiedenti e con handicap completamente inventati per far sì che persone normodotate percepissero un’indennità non dovuta, con tanto di arretrati.
L’inchiesta sulla megatruffa che ha portato due giorni fa all’arresto di quattro persone, l’ex sindaco di San Marcellino, Pasquale Carbone, Benito Di Costanzo, «procacciatore» di clienti per la cricca capeggiata dal medico esterno dell’ Inps, Salvatore Ambrosio, e il responsabile di un patronato, Michele Russo. Il figlio dell’ex sindaco, Cosimo Carbone, è indagato insieme ad altri 74 soggetti che avrebbero indebitamente percepito pensioni più alte di quelle dovute.
L’inchiesta della Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, è stata coordinata dal sostituto procuratore Patrizia Dongiacomo e delegata alla compagnia della guardia di finanza di Mondragone, guidata dal tenente colonnello Michele Doronzo. Ieri i quattro indagati sono comparsi dinanzi al giudice per le indagini preliminari Raffaele Capasso che ha diretto l’interrogatorio di garanzia. L’ex sindaco di San Marcellino e Di Costanzo si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Gravi le accuse che riguardano Carbone: avrebbe pagato una tangente da cinquemila euro al dottor Ambrosio e a Russo per fare in modo che il figlio percepisse una pensione per un’invalidità dell’80 per cento con il riconoscimento «di tutte le malattie, eccetto quelle che realmente ha», sono le parole, intercettate, di Carbone. Si è difeso, invece, il dottor Ambrosio che in merito al denaro di cui aveva disponibilità, parla di un tenore di vita da 30mila euro al mese, ha spiegato che si tratta dei proventi delle sue consulenze professionali come medico legale. Ha respinto le accuse anche Russo che ha anche negato di avere avuto contatti con gli altri indagati. L’inchiest, nata dopo gli accertamenti dell’ Inps che hanno scoperto che delle pratiche firmate dal medico Ambrosio non c’era traccia nei database dell’Istituto, è ancora in corso per scovare altri eventuali clienti della cricc, gente che avrebbe pagato una mazzetta da 5000 euro per assicurarsi laute pensioni. Il dottor Ambrosio fu cacciato dall’Asl e dopo iniziarono le indagini che hanno portato a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora.
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