Il maxi coccodrillo di Cattelan appeso nel battistero spacca in due la Chiesa sull'arte contemporanea nei luoghi di culto

Il maxi coccodrillo di Cattelan appeso nel battistero spacca in due la Chiesa sull'arte contemporanea nei luoghi di culto
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Lunedì 29 Maggio 2023, 19:34 - Ultimo agg. 30 Maggio, 07:49
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Città del Vaticano - Un gigantesco coccodrillo tassidermizzato appeso alla volta del Battistero medievale di Cremona, opera di Maurizio Cattelan ha riproposto al Vaticano un dilemma eternamente presente nella Chiesa spaccata in due tra favorevoli ad ospitare le provocazioni dell'arte contemporanea e coloro che, invece, sono contrari poichè nulla hanno a che vedere con la spiritualità e la sacralità del luogo. Stavolta a dividere e sollevare un profluvio di reazioni è il rettile imbalsamato intitolato Ego con il quale è stata aperta la prima edizione di Cremona Contemporanea Art Week, inaugurata il 26 maggio e aperta fino al 4 giugno. 

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Ego è stato chiamato così perché, per Cattelan, il coccodrillo è una sorta di autoritratto, da lui ritenuto affine o simile alla sua personalità.

In realtà è un’opera che ha posto in stretta relazione con La nona ora, la famosa opera che ritrae Giovanni Paolo II a terra abbattuto da un meteorite. Ego infatti è stato esposto per la prima volta nel 1999 alla mostra personale di Cattelan al Blenheim Palace di Oxford (dove fu rubato America, il celeberrimo wc interamente d'oro). 

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Naturalmente Ego non è la prima opera contemporanea ad essere ospitata in un luogo sacro. In passato avevano sollevato critiche atroci il cuscino d’aria (Air Pillow) che James Hyde collocò nella Cappella di Saint-Fiacre, a Melrand: secondo tanti critici si trattava di un ingombrante il pezzo che non sembrava avere altro scopo se non quello di spiazzare il pubblico. Oppure anche la pila di pentole di metallo di sei metri del camerunense Pascale Marthine Tayou, esposta nella chiesa di Saint- Bonaventure a Lione tredici anni fa.

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La Mostra d’Arte di Venezia tra tutte è stata tra le prime manifestazioni a sperimentare l’utilizzo di chiese come spazi per esposizioni d’arte contemporanea. Alcune edizioni della Biennale hanno infatti previsto la trasformazione di chiese cittadine in padiglioni ospitando lavori di artisti come Christoph Rütimann (Schiefen Ebene, chiesa di San Stae- 1993), Pipilotti Rist (Homo Sapiens Sapiens, chiesa di San Stae - 2005), Anish Kapoor (Ascension, chiesa di San Giorgio Maggiore - 2011), Stefano Cagol (Concilio, chiesa di San Gallo- 2011) e Oksana Mas (Post-vs-Proto-Renaissance, chiesa di San Fantino – 2011).

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A storcere soprattutto il naso per il coccodrillo imbalsamato sono i cattolici più attenti alla tradizione, da tempo sul piede di guerra per difendere gli spazi sacri da elementi non attinenti se non addirittura offensivi. Sul sito blog.messainlatino.it vengono raccolte proteste da diverse comunità. Feroce il commento: “Dopo aver guardato con raccapriccio come la Diocesi di Cremona trasforma luoghi consacrati destinati alla celebrazione dei sacramenti in spazi espositivi destinati a soddisfare unicamente l’egotismo del personaggio mediatico di turno, ribadiamo la domanda davanti a questo orrore: se lo meritano l’otto per mille?”

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