Antonio Monda, Il numero è nulla: il vescovo killer di New York

La vera protagonista del romanzo è New York, il cuore del lungo progetto letterario di Monda

Antonio Monda
Antonio Monda
di Ugo Cundari
Lunedì 22 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 14:03
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Lui è un killer spietato. Quando deve uccidere esegue e basta. Non fa domande, non pensa, non si chiede se sia giusto. Non conosce i motivi della condanna a morte, e spesso neanche le sue vittime. Tutto quello che sa l'ha imparato dal Toro, uno che ama la musica lirica e ammazza strangolando con le sue mani giganti. Lo chiamano il Vescovo perché il padre, di origini siciliane, avrebbe voluto fargli seguire la carriera ecclesiastica, quella che gli avrebbe garantito rispetto e autorevolezza, «non prete, e nemmeno cardinale o papa: vescovo gli sembrava un'ambizione alta e nobile, ma non impossibile».

La vita, si sa, ha spesso programmi diversi da quelli previsti, e il Vescovo è finito non a salvare le anime di pecorelle smarrite ma a spedire all'inferno poveri cristi.

Opera nella New York degli anni Trenta bazzicata da personaggi come Al Capone e Lucky Luciano, che seppelliscono i cadaveri nelle fondamenta del Rockefeller Center in costruzione. Ha una selezionata cerchia di amici di cui fanno parte assassini, torturatori, spacciatori, magnaccia, traditori, strozzini. Parlando di sé in terza persona, ammette, non senza orgoglio: «Se il Vescovo è chiamato a intervenire non ci sono più margini di conciliazione né di fuga, sono l'angelo della morte, la via senza ritorno, la vittoria delle tenebre, che è quello che gli uomini preferiscono da quando esiste il mondo». In fondo, sa che non è capace di nessun sentimento, di nessun moto d'animo. È spietato anche con sé stesso: «Sono fasullo. Ogni cosa nella mia vita è una recita: il modo in cui cerco di apparire più forte di quello che sono; la velocità con cui sono pronto a cambiare opinione nel giro di pochi minuti, secondo la convenienza; la passione con cui mi dichiaro pazzo d'amore per una donna, e poi, nell'arco di poco tempo, per un'altra».

Il Vescovo, a servizio di un gangster che passerà alla storia per aver costruito Las Vegas, è il protagonista del nuovo romanzo di Antonio Monda Il numero è nulla (Mondadori, pagine 276, euro 19). Tutto cambia quando, nel più classico dei canovacci, incontra la donna perfetta. Lei in questo caso ama la letteratura e lavora come maschera in un cinema. Vuole salvarlo. E a un certo punto pare anche che lui stia cambiando e voglia farsi salvare ma la vita, si sa, ha spesso programmi diversi e sarà lei a cadere nel baratro insieme a lui. 

Oltre al Vescovo, l'altra protagonista del romanzo è New York, il cuore del lungo progetto letterario di Monda, scrittore e saggista raffinato, creatore di importanti rassegne letterarie come Le Conversazioni e già direttore artistico della Festa del cinema di Roma: la sua NY è una città equivoca, noir, angosciante, euforica, accogliente. Un giorno contagia gioia di vivere, un altro depressione. Contraddittoria come ogni metropoli. La gente vive nelle baracche dei parchi o in lussuosi appartamenti in cima ai grattacieli, spende una fortuna per andare in giro sugli ultimi modelli di Cadillac e per gli incontri di pugilato al Madison Square Garden, come quello del 1931 tra Tony Canzoneri e Kid Chocolate, o non ha neanche uno spicciolo per un hot dog. Nascono stelle come Gloria Swanson e Clark Gable. Louis Armstrong si esibisce al Connie's Inn di Harlem. Su una verità sono tutti d'accordo: «Quando sei assolutamente sicuro di una cosa è il momento in cui la devi mettere in discussione». 

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