Juan Carlos De Martin, Contro lo smartphone: come disintossicarsi dallo smartphone

Nel 2022 lo smartphone registra oltre 15 miliardi di unità vendute nel mondo

Nel 2022 lo smartphone registra oltre 15 miliardi di unità vendute nel mondo
Nel 2022 lo smartphone registra oltre 15 miliardi di unità vendute nel mondo
di Lorenza Fruci
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19 Ottobre, 07:31
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Una delle ultime tendenze del web è il «monk mode», cioè la «modalità del monaco» che consiste nel bloccare l'accesso al proprio telefono per un periodo di tempo per «disintossicarsi» dal suo utilizzo. Il paradosso è che per farlo si usa lo stesso smartphone tramite l'app Freedom, creata appositamente per portare soccorso alla nostra sfibrata mancanza di volontà. Stiamo vivendo chiaramente dentro un cortocircuito, nel quale può aiutarci a districarci Juan Carlos De Martin, professore di Ingegneria informativa al Politecnico di Torino, che ha da poco dato alle stampe Contro lo smartphone (add editore).

Il dato di partenza è la sua incredibile diffusione malgrado la sua giovane età: nato IPhone, come novità di Apple annunciata da Steve Jobs nel 2007, inseguito l'anno successivo da un modello concorrente di Google Android, nel 2022 lo smartphone registra oltre 15 miliardi di unità vendute nel mondo (contro i circa 5 miliardi di computer venduti nello stesso periodo) e ad oggi è usato da oltre quattro miliardi di persone.

Un fenomeno dai numeri impressionanti e senza precedenti; circa la metà della popolazione mondiale possiede e usa quotidianamente, per quasi 5 ore al giorno, una macchina sofisticata, grande come un palmo della mano, che poco tempo fa neanche esisteva.

Ma cos'è uno smartphone? Definirlo telefono è riduttivo e computer portatile non è esaustivo. Per capire di cosa effettivamente si tratti, De Martin ne descrive nel dettaglio le componenti. Lo schermo tattile, la batteria, la memoria, la macchina video-fotografica, l'audio, i sensori (come i misuratori di prossimità e luminosità), il sistema operativo, le applicazioni, la connessione a internet e il sistema-su-un-chip (il cervello che lo rende un computer) costituiscono l'anatomia di questo «telefono intelligente». Strumento che, proprio per le sue peculiari caratteristiche, è in grado di sfruttare le informazioni dell'utente senza che lui ne abbia il pieno controllo. Scrive De Martin: «Non era mai successo prima nella storia dell'umanità che entità (sia pubbliche, sia private) potessero monitorare in tempo reale la posizione e alcune attività di tutti gli esseri umani in un dato territorio, conservando non solo memoria delle loro chiamate, ma anche del loro traffico Internet e di tutti i loro spostamenti. Per il contrasto al crimine, i vantaggi di questa novità resa possibile dallo smartphone sono evidenti, ma altrettanto evidenti sono i rischi, particolarmente acuti in società liberali e democratiche». 

Basti pensare alle app, utilizzate per il 92% del tempo, con le quali «è possibile accedere ai moltissimi dati presenti sullo smartphone» senza che l'utente ne abbia consapevolezza. Malgrado questa evidente poca libertà di chi ne fruisce, De Martin registra che questo oggetto «è diventato, di fatto se non ancora per legge, necessario» e quindi indispensabile. Pagamenti, riconoscimenti d'identità, appuntamenti dai medici, menu nei ristoranti vengono richiesti tramite smartphone e se oggi ci sono ancora delle alternative, si chiede «quanto tempo passerà prima che, invocando efficienza o risparmio, le vie alternative verranno eliminate e a quel punto, sì, sarà davvero obbligatorio il possesso e l'uso dello smartphone?».

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Questo l'aspetto più significativo e preoccupante sul quale il libro si sofferma perché non si era mai verificato che gli esseri umani potessero o dovessero «possedere e usare un'estensione artificiale». La domanda, quindi, che De Martin ci (e si) pone è «andrebbe bene che agli essere umani venga richiesto di essere corredati di una macchina, qualunque essa sia, per poter lavorare, studiare, godere dei propri diritti, in una parola per vivere?». La risposta è nella conclusione del libro «riteniamo che sia importante assicurare alle persone la possibilità di svolgere qualsiasi attività anche in assenza di smartphone o qualsiasi altro dispositivo». Ma non solo, propone anche un manifesto che definisce le caratteristiche di un apparecchio che tenga conto dei diritti dell'utente, dei lavoratori e dell'ambiente. 

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