Francesca Reggiani ripercorre la sua carriera in “Spettacolare - Finché c’è attualità c’è satira”

Dall’esordio con Federico Fellini fino all’approdo nella “Tv delle ragazze”

La copertina del libro
La copertina del libro
di Alessandra Farro
Martedì 28 Novembre 2023, 17:41
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Sembra quassi di sbirciare nell’intimità di Francesca Reggiani in “Spettacolare - Finché c’è attualità c’è satira” (La Lepre edizioni), in cui la donna di spettacolo ripercorre la sua carriera. Da quando era piccola e metteva in imbarazzo i professori fissandoli in silenzio, a quando ha partecipato al laboratorio di Gigi Proietti da ragazza. Dall’esordio con Federico Fellini, fino all’approdo naturale alla satira cominciando con la parodia della “Tv delle ragazze” su Raitre, finendo con la parodia della professoressa Ilaria Capua in pandemia e dell’attuale Giorgia Meloni. In mezzo ai racconti, alcuni Qr-code rendono l’esperienza di lettura più immersiva, rimandando a video, tratti dagli spettacoli della Reggiani.

Un diario della sua carriera?
«All’inizio l’editore mi aveva chiesto di scrivere un manuale che spiegasse come sono riuscita a intraprendere il mestiere dell’attrice, da lì è stato naturale per me raccontare la mia esperienza ripercorrendola fin dall’inizio, spiegando come ho cominciato a fare questo mestiere, i vari incontri che ho avuto, le bocciature che ho ricevuto (chi non ne ha avute?).

Se hai talento, devi superare le bocciature e rilanciarti. Poi, ci sono anche dei racconti sulla mia vita privata, sulle persone che mi hanno dato la possibilità di lavorare. Prima l’attore era un lavoro precario, adesso non è più un problema, perché tanto tutti i lavori sono precari, ma nel libro spiego anche come ho sciolto il nodo con i miei che non volevano che percorressi questa strada».

Quindi, cosa bisogna fare per entrare nel mondo dello spettacolo?
«Si tratta sempre e comunque di un mondo a cui è difficile accedere, anche se oggi che ci i talent e altri mille modi per riuscirci. C’è chi riesce ad emergere partecipando a questi programmi, altri che riescono ancora a farsi largo naturalmente, senza seguire delle corsie prestabilite. Alla fine, l’importante non è come ci sei entrato, ma entrarci. La parte ancora più difficile è rimanerci. Come scrivo, il nostro mestiere non è paragonabile a una cento metri azzecchi, non basta fare uno sketch, azzeccare un paio di personaggi ed hai finito. Il nostro mestiere è simile, piuttosto, a una mille miglia: bisogna riuscire a durare nel tempo».

Cosa direbbe ai giovani che vogliono provare a intraprendere il suo percorso?
«Bisogna fare cose buone, con una certa continuità. Anche io, ancora oggi, mi costruisco il mio lavoro passo dopo passo, anno dopo anno. Ho sempre fatto tutto: tv e teatro insieme, senza dimenticarmi dell’elemento fondamentale perché i miei sforzi funzionino, il gradimento del pubblico, senza quello non si va da nessuna parte. Oggi sarebbe opportuno puntare anche al teatro, non solo alla tv. Ivan Cotroneo e Paolo Genovese sono un esempio, entrambi stanno facendo anche teatro, lo stesso Nanni Moretti si cimenterà con una regia teatrale. Dunque, in conclusione, a chi vuole provarci mi sento di suggerire: sperimenta, cerca, improvvisa, fai pezzi nuovi, divertiti e non perdere mai di vista il tuo obiettivo».

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