Giovanni Terzi, Pupetta Maresca è «Madame camorra»

È una biografia non autorizzata «nata ascoltando i suoi ricordi e la sua versione dei fatti»

Giovanni Terzi con Simona Ventura
Giovanni Terzi con Simona Ventura
di Ugo Cundari
Venerdì 24 Novembre 2023, 11:00
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Icona della donna d'onore senza scrupoli, anche se madre tenera conservò per tutta la vita i giocattoli del figlio piccolo. Bellissima e assassina spietata, papà Alberto contrabbandiere, zio Vincenzo condannato per l'omicidio del fratello. È il ritratto di Pupetta Maresca tratteggiato in Madame camorra (Vallecchi, pagine 192, euro 18). L'autore è il giornalista Giovanni Terzi, compagno di Simona Ventura, in questo periodo impegnato in «Ballando con le stelle». Nel 2016 Terzi ha trascorso diverse settimane a Castellammare registrando decine di ore di intervista con la Maresca, morta nel 2021. Ne è venuta fuori questa «biografia non autorizzata», «nata ascoltando i suoi ricordi e la sua versione dei fatti».

Versione che prova, come già fatto in passato da altri, ad «indorare una pillola»: missione impossibile. Pupetta, all'anagrafe Assunta, morta 5 anni dopo l'incontro con Terzi, non ha mai colto le opportunità di riscatto pur offertele dalla vita. Le uccisero il marito, il boss Pascalone e Nola, e lei poco dopo, al sesto mese di gravidanza, uccise il presunto mandante dell'omicidio, di fatto mettendosi a capo degli affari loschi della famiglia. Neanche vent'anni dopo, nel 1974, le uccisero in un agguato il figlio Pasqualino, nato nel 1955 mentre lei era detenuta: il corpo del ragazzo non fu mai ritrovato. Di grande bellezza, nel 1967 interpretò il ruolo di protagonista nel film «Delitto a Posillipo» diretto da Renato Parravicini: fu doppiata, ma quando canta la voce è sua. Alla sua sanguinolenta parabola sono stati dedicati film come «La sfida» (1958) di Francesco Rosi e «Il caso Pupetta Maresca» (1982) di Marisa Malfatti e Riccardo Tortora, e fiction come «Pupetta - Il coraggio e la passione» di Luciano Odorisio, con Manuela Arcuri. Ma parlare di Pupetta vuol dire «parlare del suo ruolo nella malavita organizzata», conferma Terzi, che pure ha «avuto l'impressione che a un certo punto si sia ritrovata, suo malgrado e senza neanche rendersene bene conto, nel personaggio che il destino aveva costruito su di lei». Una vita violenta, malvagia, spericolata, impossibile da sdoganare con riletture romantiche. Il 13 febbraio 1982 Pupetta, molto abile a capire i meccanismi della comunicazione, lei che si era ritrovata sui giornali a lungo dopo essersi vendicata del marito, convocò una conferenza stampa, e non in un posto qualunque, al circolo della stampa di Napoli. Terzi racconta che lei ricordava con orgoglio quella sfida senza mezzi termini a Raffaele Cutolo: «Se per Nuova famiglia si intende tutta quella gente che si difende dallo strapotere di Cutolo allora mi ritengo affiliata a questa organizzazione.

Perché Cutolo è diventato così forte? Perché è stato sostenuto politicamente. Io, ogni volta che ho fatto qualcosa, ho sempre pagato più di quanto avrei dovuto. Ci sono state persone che sono andate in Questura a denunciare, ma dopo mezz'ora Cutolo mandava qualcuno a casa loro per conoscere il motivo di quella visita. Questa è la legge?». Poco dopo la conferenza Pupetta fu arrestata con l'accusa di aver ordinato l'omicidio di Aldo Semerari, il criminologo e psichiatra che aveva dichiarato pazzo Cutolo. Poi fu assolta. Per Terzi «era finita in carcere per aver accusato la politica di fiancheggiare l'organizzazione camorristica di Cutolo», che aveva deciso di combattere alla sua maniera. 

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