Laetitia Ky e Assunta Saulle. Africana della Costa d'Avorio la prima, italiana di Salerno la seconda, si incontrano sul campo della fotografia negli spazi di Made in Cloister dove, nella diversità delle loro vite ed esperienze artistiche, sono protagoniste rispettivamente di «Lo sguardo di Medusa» a cura di Alessandro Romanini e «Universi & mondi» a cura di Simon Njami. Una doppia personale, prodotta da Andrea Aragosa per Black Tarantella in collaborazione con Lis10 Gallery, in cui le due artiste si raccontano e dialogano evidenziando come hanno individuato nel corpo uno strumento di lotta e comunicazione.
Saulle espone sei installazioni che uniscono l'oggettività della fotografia con la soggettività plastica della scultura che usa materiali diversi: vetro, ceramica, acciaio, legno carbonizzato...
L'estetica, dunque, da urgenza interiore a riconoscimento di un'identità di genere: «Ribelle sin da bambina rispetto alle disparità che percepivo, ho avuto come esempio mia madre che, divorziata, ha iniziato a lavorare facendomi capire che si poteva avere una vita differente. Ho individuato modelli culturali di riferimento nella scrittrice nigeriana Adichie Chimamanda, nell'inglese J.K. Rowling, nella pittrice Frida Kahlo. Nei miei viaggi di lavoro in Europa e nel mondo mi scontro ancora con una realtà diffidente, devo chiedere un visto per partire, fare controlli medici, dare garanzie bancarie... La recente strage di Crotone e la polemica sui rischi che i migranti si accollano lasciando il proprio Paese mi fa pensare che sia un'ipocrisia: l'emigrazione nasce dallo sfruttamento dell'Africa da parte dell'Occidente anche se i nostri governanti, tra corruzione, spreco di danaro, negligenza nel creare posti di lavoro, hanno le loro responsabilità».
Le acconciature-sculture di Ky sono una «produzione familiare»: «Le realizzo con l'aiuto di mia sorella Flo, richiedono da 10 minuti per le più semplici a 4 ore per quelle più complesse, anche se durano il tempo della fotografia, sempre autoscatti». E ora c'è il cinema: «Disco boy mi ha impegnato molto perché il personaggio è assai articolato e ho avuto solo 3 settimane di training linguistico, non conoscevo la lingua nigeriana, e corporeo per la mimica richiesta dal regista nella danza. Prossimamente farò la serie Clash con Philippe Lacôte ma mi piacerebbe girare con la Marvel: la dimensione dei supereroi corrisponde alla mia idea di evasione;. Ma, naturalmente, non accetterei mai di fare lisci i miei capelli».
La mostra è aperta dal mercoledì al sabato ore 11-19 e la domenica ore 10-14. Biglietto: 5 euro.