LibrOrchestra, parte il Festival itinerante per salvare le note e le parole

LibrOrchestra, parte il Festival itinerante per salvare le note e le parole
di Donatella Trotta
Lunedì 27 Giugno 2022, 14:15 - Ultimo agg. 14:34
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Musica… da leggere. In una avvincente esperienza sinestetica che intreccia colori di note e suoni di parole, profumo di creat(t)ività e sapore di dialogo autentico (tra persone di ogni età, ma anche tra arti, discipline e linguaggi diversi) in un con-tatto collettivo trasformante. Gioioso. E generativo di buone prassi condivise. Ritorna LibrOrchestra, l’innovativo Festival itinerante di percorsi nella letteratura per l’infanzia e nella musica ideato e diretto dalla pianista, compositrice, autrice e didatta della musica Elisabetta Garilli che, dopo il successo della prima edizione — partita da Verona nel luglio 2021 con tappe n quattro aree di Veneto e Lombardia —, riprende quest’anno il suo cammino dal 28 giugno al 30 luglio in quattro nuovi territori del Centro Italia: Molise (Campobasso), Abruzzo (Sulmona) per poi risalire nuovamente in Lombardia e Veneto (Melegnano, Milano; Pavia; Mestre, Venezia; Osio Sotto, Bergamo). In programma, oltre venti iniziative ed eventi tra incontri, laboratori interattivi, tavole rotonde, spettacoli di musica dal vivo per famiglie e bambini, con illustrazioni live in tempo reale sul palco, narrazione e danza, forum con adolescenti e gruppi di lettura che coinvolgono artisti, musicisti, educatori, insegnanti, librai, pediatri, psicologi e specialisti di livello nazionale coinvolti in un confronto corale su temi pedagogici, culturali e sociali di significativa attualità. Sintetizzata nel titolo-manifesto di questa seconda edizione del Festival: «Salviamo le note, salviamo le parole».

Un titolo che suona come un accorato appello: ne parliamo con la direttrice artistica, Elisabetta Garilli, affiancata nella complessa organizzazione dall’affiato gruppo di colleghi dell’Atelier Garilli, in collaborazione con la giovane associazione culturale Risguardi (nata nell’agosto 2020 da tre librai molisani per promuovere letture e narrazioni in ogni forma sul proprio territorio), con lo spazio culturale laFogliaeilVento (collettivo di artisti ed esperti di didattica attivo a Verona dal 2010) e il supporto di BPER Banca (main sponsor), Palazzetto Bru Zane di Venezia, Fondazione Carispaq, Schwabe Pharma Italia, Polyplast e le amministrazioni comunali delle tappe della rassegna. «Intento primario di questa seconda edizione ― spiega Garilli ― è (ri)svegliare l’ascolto di una società che sembra più parlare che dialogare, in una dimensione di fretta frenetica dove non trova spazio, tempo e soprattutto attenzione la costruzione di una relazione autentica, che per essere a sua volta fucina di idee, e scrigno di una memoria comunitaria condivisa, richiede attenzione: ovvero, sensibilità per le parole e per le note, appunto, che sono un patrimonio da proteggere, salvare e divulgare. Anche per questo l’impegno di LibrOrchestra invita a spostare l’accento sull’attenzione e l’ascolto reali dei nostri bambini, bambine e ragazzi. Salvare in loro e con loro le parole e le note significa ritrovare la capacità di formulare pensieri propri, critici, costruttivi per il futuro prossimo, di cui anche i più piccoli possono essere protagonisti e progettisti».

Già. Basti pensare ad alcuni dati, documentati da diverse ricerche recenti sugli effetti della pandemia da Coronavirus nei più giovani, che testimoniano l’allarmante e dilagante impoverimento culturale ed educativo con tutte le derive che ne conseguono: aumento dei disagi non soltanto psicologici, incremento di atti di autolesionismo (anche estremo), aggressività incontrollata, violenza. Per molti soggetti con pre-esistenti difficoltà adattive (anche senza conclamati disturbi medici o relazionali) la condizione di confinamento è inoltre risultata essa stessa un fattore stressogeno per la perdita di consuetudini, ritmi e mansioni che mitigavano o compensavano alcuni disagi latenti. In particolare, nel 65% dei minori di 6 anni e nel 71% dei bambini con età maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione.

Non solo. Alcune ricerche hanno poi dimostrato che l’introduzione della didattica a distanza (DAD) in isolamento da lockdown ― anche per gli insegnanti fattore di stress da adattamento a modalità educative private della fondamentale relazione in presenza ― ha determinato un arretramento nel rendimento scolastico di bambini e ragazzi del 35%, accentuando le difficoltà nei disturbi specifici dell’apprendimento, soprattutto nella dimensione della comprensione e produzione di elaborati scritti: non a caso al centro, da decenni, della sperimentazione di curricoli da parte della ricerca internazionale per potenziare la capacità di capire i testi e, dunque, di studiare e leggere efficacemente incrementando le cosiddette Life Skills, le competenze per la vita e per il benessere, ovvero le abilità sociali, emotivo-cognitive e personali che consentono di affrontare positivamente le sfide della quotidianità.

E l’ultimo dato sulla dispersione scolastica (che funesta anche Milano, non solo il Sud) parla addirittura di un 51% di studenti di 15 anni che non sanno comprendere un testo scritto.

Non a caso, già nel 2017 uno psicopedagogista come Daniele Novara metteva in guardia contro la silenziosa ma perniciosa “malattia dell’educazione”, che addirittura da ben prima della pandemia (più di quindici anni fa) ha fatto registrare in Italia un eccesso di medicalizzazione psichiatrica (rispetto ad altri Paesi) di soggetti sempre più piccoli (1 bambino su 4 in una classe di scuola primaria è in media portatore di una diagnosi attinente a un deficit o disagio specifico: disturbi dell'attenzione, autismo, dislessia, discalculia...). Ma, aggiungeva lo studioso in un suo omonimo libro edito da Rizzoli Bur, «Non è colpa dei bambini». Il rimedio? Per Novara, a quanto pare in piena sintonia con le finalità del Festival itinerante LibrOrchestra, oltre che con obiettivi di educazione e partecipazione collettiva precoce di soggetti socialmente fragili attraverso la musica (incarnati da modelli tra i quali il progetto «Mus-e» di Yehudi Menuhin e «El sistema» di José Antonio Abreu) occorre tornare a «curare con l’educazione». Con una cura della cultura che diventi, così, cultura della cura.   

Di qui l’approccio innovativo di Garilli, che non fa perno “solo” sui linguaggi musicali secondo le più aggiornate teorie di insegnamento/apprendimento (e prassi) della musica, ma intreccia la letteratura giovanile e l’editoria specializzata per l’infanzia e la gioventù in un processo osmotico in divenire, dove sguardo diacronico e sincronico, crossmedialità non convenzionale, interdisciplinarità e contaminazioni multicodali sperimentano talenti, vocazioni e potenzialità a partire da competenze specifiche e radicate per dare concretezza a una convinzione del violinista Yehudi Menuhin: ogni singola vita è un’opera d’arte che attende di essere espressa. «Ma con la piena responsabilità educante degli adulti», sottolinea Garilli; e con la necessità  di aprire le porte di biblioteche e luoghi del sapere che si affianchino, nel cammino appassionato e appassionante di LibrOrchestra, a scuole e famiglie per riflettere attivamente (in una sorta di ricerc/azione condivisa) sul senso strategico delle comunità educanti nella crescita di uno sviluppo alternativo al (fallimentare) modello attuale e di una coesione/partecipazione sociale attiva che faccia perno sulla cosiddetta “utilità dell’inutile” (Nuccio Ordine): ovvero, il dialogo tra le arti per la realizzazione di cittadini completi, sovrani e non sudditi, in un percorso insieme form/attivo e  performativo già caro a tanti illuminati pedagogisti italiani e non solo del Novecento.

«Il nostro auspicio – aggiunge Garilli – è affrancare questi luoghi dalla patina esclusiva o museale per renderli scuole permanenti e inclusive della cultura accessibile a tutti i cittadini, con una crescita “dal basso” e dalle “periferie”. E a fare da cerniera, l’orchestra di parole, di suoni, persone, generazioni che ogni territorio rappresenta: uno spettacolo per tutti, con un posto in prima fila riservato ai cittadini di domani». Se ne parlerà in occasione della prima tavola rotonda del Festival (che parte domani a Campobasso per proseguire fino al 30 luglio nelle varie tappe previste), sul tema: “Salviamo le note, salviamo le parole. Parole, musica, manualità come espressioni essenziali per imparare e crescere nella vita”, in programma giovedì 30 giugno alle ore 10 al Circolo Sannitico (con Garilli interverranno, tra gli altri, l’”archillustrautrice” Emanuela Bussolati, Premio Andersen, i fondatori dell’Associazione Risguardi, Giuseppe Di Carlo, Ilaria Gallace e Carmen Lalli; la psicologa Alessandra Ruberto, Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Molise; il pediatra Nunzio Colarocchio, referente regionale di Nati per Leggere e Piero Niro, compositore, direttore artistico e docente di Composizione e filosofia della musica al Conservatorio Lorenzo Perosi del capoluogo molisano.

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