Poesia ucraina contro la guerra: tra musica e versi le voci di Beltchenko, Kiva e Kruk in un reading al Parco Archeologico del Colosseo

Nella Cella di Roma del Tempio di Venere mercoledì la performance bilingue, con Mangani lettrice in italiano, il violino di Tiutiunyk e la bandura di Eka e la direzione artistica di Pina Piccolo

Poesia ucraina contro la guerra: tra musica e versi le voci di Beltchenko, Kiva e Kruk in un reading al Parco Archeologico del Colosseo
di Donatella Trotta
Domenica 25 Giugno 2023, 14:39 - Ultimo agg. 18:00
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«Lì dove c’è il pericolo cresce anche ciò che salva», recita un celebre verso di Hölderlin. E mentre infuria la guerra tra Russia e Ucraina, tre voci femminili della poesia di un popolo pià volte definito, da papa Francesco, “martoriato” si levano perciò alte: a testimoniare − in pacifico controcanto alla violenza assordante delle armi, con i loro versi declamati in contrappunto musicale − quanto l’arte (e la bellezza) possano essere strumenti di resistenza alla (dilagante) disumanizzazione del mondo.

Musica e poesia, anche, come veicoli di speranza incessante per costruire agognati ponti di pace sulle macerie di conflitti insensati. Le tre artiste ucraine Natalia Beltchenko, Iya Kiva e Halyna Kruk saranno le protagoniste di una serata evento in programma mercoledì 28 giugno alle ore 21 in un sito capitolino di magica risonanza, la Cella della Dea Roma presso il Tempio di Venere e Roma, dal titolo: «Ucraina: poesia in tempo di guerra» (prenotazione online fino a esaurimento posti su https://28giugnopoesia.eventbrite.it). 

A promuovere l’iniziativa bilingue, che si avvale della direzione artistica di Pina Piccolo (scrittrice, traduttrice bilingue inglese-italiano e promotrice culturale tra Stati Uniti e Italia, nonché curatrice con Alessandro Achilli delle traduzioni italiane delle poesie, la cui versione inglese è invece di Amelia Glaser e Yuliya Ilchuk), il Parco Archeologico del Colosseo, diretto da Alfonsina Russo. La quale così sintetizza lo spirito dell’evento: «Promuovere una serata dedicata alla poesia ucraina ci è sembrato un atto doveroso, in un momento particolarmente delicato, in segno di vicinanza e solidarietà nei confronti di un popolo ancora oggi, a più di un anno dall'invasione russa, al centro di una tragedia di cui non si intravede la fine. La poesia è una forma di espressione molto potente, in grado di dar voce alla resilienza e all’aspirazione ad una pace giusta». Non a caso, la serata, introdotta da Russo e presentata dalla traduttrice e interprete Marina Sorina, si aprirà in musica, con le artiste ucraine Oksana Tiutiunyk al violino ed Eka (compositrice, cantante e suonatrice di bandura) ad accompagnare la declamazione in lingua originale di oltre venti poesie delle scrittrici. L’interpretazione delle poesie delle autrici in italiano sarà invece di Isabella Mangani: traduttrice, interprete, cantante e attivista per i diritti umani, che concentra la sua ricerca sulla voce e sui molti modi in cui usandola o non usandola si può costruire ponti o distruggere.

Obiettivo della serata tra versi e note, sensibilizzare e tenere così desta e vigile l’attenzione pubblica su una tragedia in corso che tante vittime civili sta mietendo, in un crescendo di orrore.

Le poesie, intervallate dall’esecuzione di brani musicali, toccano infatti temi di rilievo nell’ambito del conflitto russo-ucraino: dal rapporto con la natura fortemente a rischio per le attività belliche alla definizione di una nuova identità per il Paese e il suo rapporto con la lingua; dalla ricerca di una quotidianità profondamente mutata fino ai paradossi insiti in una vita stravolta dalla guerra. Ad aprire la serata sarà un componimento di Halyna Kruk (1974), pluripremiata poeta e scrittrice, traduttrice e studiosa di Lviv (Leopoli), dove vive e insegna letteratura barocca europea e ucraina all'Università Nazionale Ivan Franko.  Autrice di cinque raccolte di poesia, «Una donna adulta» (2017), «Co(una)esistenza» (2013), «La faccia dietro la fotografia» (2005), «Viaggi in cerca di una casa» (entrambe pubblicate nel 1997), la raccolta di racconti «Chiunque tranne me» (2021), e quattro libri per bambini, tra cui «Marko viaggia per il mondo» e «Il più piccolo» che sono stati tradotti in 15 lingue, Kruk ha ricevuto molti premi letterari in Ucraina, tra cui il Premio Donne nelle Arti (2023), Il premio del Fondo Kovaliv (2022) per il suo libro in prosa «Chiunque tranne me», il premio per il miglior libro del BookForum (2021), il premio per la Poesia Smoloskyp, il premio Bohdan Ihor Antonych Prize e il premio Hranoslov per le sue opere, tradotte in numerose lingue: la sua ultima raccolta di versi, «A Crash Course in Molotov Cocktails», è appena stata pubblicata negli Stati Uniti in versione bilingue ucraino e inglese. Halyna Kruk è anche una co-creatrice di progetti multimediali, tra cui il progetto The BookWar (in collaborazione con il musicista elettronico Yurko Yefremov e la cantante Halyna Breslavets (2021) e la performance di poesia e musica «The Resistance of Matter» (2016). E dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in letteratura barocca ucraina nel 2001, è membro attivo della sezione ucraina dell’associazione PEN.

Nella sua performance, Kruk porrà l’accento proprio sul tema della poesia come resistenza al processo di disumanizzazione che la brutalità della guerra può scatenare, nonché sul processo di guarigione che dovrà essere messo in atto per l’intera società al termine del conflitto. Anche per Natalia Beltchenko, ritenuta dagli organizzatori «la più lirica e letteraria fra le tre poete e traduttrice ufficiale dell’opera di Wislawa Szymborska», la poesia è un prezioso strumento per infondere speranza ed immaginare la possibilità di agire anche nei contesti più drammatici: attraverso i suoi componimenti emerge la tenacia e capacità di resilienza del popolo ucraino, destinate a dare nuova vita alla nazione. Proprio come la primavera, capace di rigenerarsi anche fra le macerie dell’umanità. Beltchenko, nata a Kiev nel 1973, laureata alla Facoltà di Filologia dell’Università Nazionale di Kiev intitolata a Taras Shevchenko, membro del PEN Club ucraino e dell’Associazione polacca dei traduttori letterari e autrice di nove raccolte di poesia in ucraino, è stata tradotta in italiano, tedesco, francese, inglese, bulgaro, coreano, olandese, polacco, lituano, lettone, ebraico, ungherese, spagnolo, rumeno, finlandese e danese. Autrice anch’essa pluripremiata (ha vinto il Premio Hubert Burda,Germania, 2000; il premio per le migliori traduzioni della poesia di Wisława Szymborska in russo, bielorusso e ucraino, Polonia, 2015 e il premio Lesia e Petr Kovalev, USA, 2019), come borsista del programma Gaude Polonia del Ministro della Cultura della Repubblica di Polonia (2017) è stata inoltre insignita di una residenza artistica dalla Fondazione Wisława Szymborska e dall’Istituto di letteratura (Cracovia, 2022).

Infine, al centro dei versi della traduttrice e giornalista Iya Kiva si annidano le drammatiche conseguenze della guerra sul singolo e sulla collettività: per l’autrice ucraina la poesia diventa così un mezzo prezioso per restituire alle persone la capacità di sentire, di parlare delle proprie emozioni soffocate e annichilite dall’orrore. Particolarmente suggestivi i componimenti dedicati all’esperienza dell’emigrazione interna, dando voce alla delicata condizione dei rifugiati. Kiva lo ha sperimentato sulla sua pelle: nata a Donesk nel 1984, è stata costretta a lasciare la sua città natale per trasferirsi a Kyiv nel 2014 per lo scoppio della prima guerra nel Donbas. Attualmente, vive a Lviv (Leopoli), ai confini con la Polonia, dove continua a scrivere e a operare come volontaria in progetti umanitari e di resistenza all’invasione russa. È autrice di due volumi di poesie: «Più lontano dal paradiso» (2018) e «La prima pagina dell’inverno» (2019) entrambi considerati tra i migliori libri dall’associazione PEN Ucraina. Lo stesso vale per la produzione in prosa, tra cui «We Will Wake Up to Others» (“Ci sveglieremo con gli altri”, 2021). Ha partecipato a eventi di poesia e festival nazionali e internazionali in Ucraina, Bielorussia, Polonia, Belgio e Finlandia. Borsista del programma del Ministero della Cultura della Polonia Gaude Polonia (2021), le è stata assegnata la residenza letteraria “Nido” nel villaggio di Vytachiv, Kyiv Oblast (2022). In qualità di traduttrice, Kiva ha inoltre partecipato ai seminari internazionali di traduzione “Città dei traduttori digitali”, una bozza di programma della Fondazione tedesca per la traduzione “TOLEDO” con il sostegno del Ministero degli affari esteri tedesco (2020) e “Tłumacze bez granic” (“Traduttori senza frontiere”, 2021, Wojnowice, Polonia).

Un fuilo rosso legam nella diversità, queste tre autrici. Ciascuna di esse porta, a Roma, soprattutto il valore della propria testimonianza diretta, in prima persona: per loro, la poesia non rappresenta infatti soltanto un puro atto estetico fine a sé stesso ma è permeata di impegno civile attivo, sentito come un dovere etico nei confronti del futuro del proprio Paese minacciato da una guerra di invasione assurdamente fratricida.

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