Diceva che «la Cina è un mondo che non si finisce mai di scoprire» e nel 2003 ha costituito quella che oggi è un realtà forte e solida nella sua funzione di ponte tra l'Italia e il Celeste Impero di Xi Jinping: la Fondazione Italia Cina. Con una stretta squadra di collaboratori fidati, Cesare Romiti si è buttato a capofitto nell'impresa di stringere relazioni non solo commerciali, ma anche istituzionali e culturali tra i due Paesi. E ora la Fondazione, di cui ha lasciato la presidenza onoraria solo.pochi mesi fa per ragioni di salute, conta 200 soci tra aziende italiane e cinesi, grandi gruppi e piccole realtà, cosi come soggetti istituzionali.
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Da uomo d'impresa, Romiti ha investito cercando di colmare un gap, di cui effettivamente si avvertiva il peso, nei rapporti con un Paese che si cominciava a presentare sulla scena internazionale come un competitor non più trascurabile, oltre a essere un grande mercato. E ha stretto relazioni con le più importanti personalità di quel mondo, dai banchieri ai presidenti. «Aveva capito in anticipo le reali potenzialità della Cina», dichiara Mario Boselli, Presidente dell'Istituto Italo Cinese e della Fondazione Italia Cina. «E tra i tanti meriti della sua lunga carriera, Cesare Romiti ha avuto quello di ricoprire la carica di Presidente dell'Istituto Italo Cinese, fondato da Vittorino Colombo, e successivamente di fondare e presiedere la Fondazione Italia Cina».
Cesare Romiti e i rapporti con la Cina, una Fondazione per colmare il gap

Martedì 18 Agosto 2020, 10:34
- Ultimo agg. 17:33
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