Generali, Caltagirone oltre il 9%. Costamagna: «Piano Donnet inerziale e con poca ambizione»

Francesco Gaetano Caltagirone
Francesco Gaetano Caltagirone
Venerdì 25 Marzo 2022, 13:02 - Ultimo agg. 26 Marzo, 15:37
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Il programma 'Awaking the lion' (Risvegliare il leone) della lista di candidati proposta da Francesco Gaetano Caltagirone per Generali punta a utili per 4,2 miliardi nel 2024, una generazione di cassa cumulata per 9,5-10,5 miliardi nel periodo 2022-2024, circa 1,5-1,6 miliardi di investimenti in trasformazione digitale e tecnologica, a un obiettivo di riduzione costi annui fino a 0,6 miliardi e alla massimizzazione della disponibilità di cassa per attività di fusioni e acquisizioni fino a circa 7 miliardi. Confermati i dividendi previsti dal piano presentato dal ceo Philippe Donnet per il triennio e il riacquisto azioni. Il programma strategico per Generali, presentato oggi da Claudio Costamagna e Luciano Cirinà, candidati nella lista di Caltagirone a presidente e amministraore delegato della compagnia, intende rilanciare effettivamente il Leone attraverso 5 linee di intervento strategico (più una).

Il piano attuale di Generali Lifetime Partner 24 «non cambia rotta al declino della compagnia», si legge nella nota del programma Awakening the Lion. Tra il 2005 ed il 2021 Generali - viene indicato - ha perso più di 8 miliardi di capitalizzazione, in controtendenza rispetto a Zurich, Axa e Allianz. Inoltre il piano Lifetime Partner «non si focalizza sulle principali debolezze della compagnia»: concentrazione sul business Vita in un contesto di tassi di interesse ancora bassi, limitata componente di masse di gestione da terzi nelle attività di asset management, portafoglio geografico molto frammentato e scarsa presenza in Asia, mancato contributo delle attività in Italia alla crescita del risultato operativo degli ultimi 4 anni, investimenti in M&A inferiori rispetto ai concorrenti e concentrati in operazioni di piccola taglia.

L'altra critica riguarda anche la governance attuale che «impedisce la crescita della compagnia e la massima creazione di valore per tutti gli azionisti». La nota segnala inoltre, riferendosi a Mediobanca, primo azionista di Generali, «la significativa influenza del principale azionista, avente un conflitto di interesse su taluni business del Gruppo» e l'accentramento nel tempo di eccessivi poteri in capo al ceo. 

«Il piano ha due colonne. La prima è il riposizionamento strategico della compagnia. Il piano presentato a dicembre è un piano inerziale con basso livello di ambizioso. Vogliamo portare la compagnia a essere più profittevole», ha affermato Costamagna. «Vogliamo essere meglio posizionati per la futura crescita. Vuol dire avere più cassa per lo sviluppo», ha ripreso aggiungendo che «Generali può usare un po' di leva finanziaria per aumentare la potenza di fuoco a 7 miliardi per M&A». La seconda colonna «è la governance. Noi rappresentiamo una lista presentata da un socio. L'altra lista concentra la lista sull'amministratore delegato». «Vogliamo avere un consiglio con poteri bilanciati, rivedere la procedura per il comitato parti correlate». «L'idea - ha proseguito- è di introdurre un direttore generale e introdurre un comitato esecutivo».

«Quando ho parlato con i banchieri d'investimento, la definizione più comune (di Generali) era una bella addormentata. Ha un potenziale enorme, ma ancora mezzo addormentato e noi vogliamo risvegliarlo», ha poi aggiunto Costamagna al Financial Times. «Mentre Generali punta a una crescita degli utili per azione del 6-8%
nei tre anni fino al 2024, Costamagna ha indicato che la strategia rivale punta a una crescita a due cifre con una forte riduzione dei costi».

Per quanto riguarda i profitti, in particolare, rivolgendosi ai piccoli azionisti, il programma di Caltagirone afferma che l'obiettivo è raggiungere «un ritmo di crescita degli utili doppio rispetto a quanto previsto dall'ultimo piano».

Se si toglie il 2021 il total return shareholder (apprezzamento del titolo più dividendi) offerto dal Leone nel periodo in cui è stato guidato dall'ad Donnet è del «33% rispetto al 73% medio offerto dai suoi peer, meno della metà», ha detto ancora Costamagna, sottolineando come l'andamento del titolo in Borsa nel 2021 ha beneficiato della «riduzione dello spread del Btp per l'arrivo di Mario Draghi» e del fatto che «due azionisti hanno comprato un sacco di azioni per costruire le loro posizioni».

Eventi che hanno avuto «un impatto molto positivo» sull'andamento del titolo.

«Quello che vi presentiamo è strategia ambiziosa ma realizzabilìe», ha sottolineato Cirinnà illustrando le «priorità strategiche, che sono affiancate da un mondo Esg che va a permeare tutta l'azienda». «Il primo punto chiave è razionalizzare la posizione geografica, concentrarsi dove possiamo raggiungere crescita profittevole e sostenibile - afferma -. Il secondo la semplificazione organizzativa». Si punta su una rete ibrida al passo con i tempi e a «valorizzare i nostri talenti». Poi meno acquisizioni ma più grandi.

Il piano, spiega ancora la nota, «si basa sulla constatazione della progressiva ed inesorabile perdita di competitività di Generali rispetto ai principali competitors europei conseguenza di una serie di elementi di debolezza strategici del Leone mai risolti: un portafoglio sbilanciato sul segmento Vita che soffre in contesti di bassi rendimenti come quello corrente, un segmento asset management sottoperformante rispetto ai competitors, una sub-ottimale gestione dei costi soprattutto a livello centrale». «A ciò si aggiunge - prosegue il comunicato - una presenza geografica altamente frammentata che pesa anch'essa sulla base costi creando peraltro grande complessità manageriale, una strategia di M&A concentrata su transazioni di piccola taglia che non riescono a mutare il posizionamento strategico della Compagnia e infine la mancanza di una chiara strategia (oltre a limitati investimenti) per affrontare la trasformazione digitale che sta rivoluzionando il settore».

Razionalizzazione della presenza geografica. Focus sui mercati che assicurano crescita e redditività a medio e lungo termine. Revisione approfondita della presenza geografica finalizzata a liberare risorse da reinvestire in crescita organica (e non) in mercati ad alto potenziale connotati da forte attrattività finanziaria. Consolidamento della leadership in Italia, Francia e Germania, crescita nell'est Europa, Cina e India e sviluppo della presenza in USA soprattutto in ambito asset management.

Efficientamento dei costi centrali e amministrativi. Attivazione immediata di un crash program basato sulla semplificazione della struttura di holding, sulla semplificazione della struttura organizzativa, sull'efficientamento delle funzioni «non-business», sul consolidamento dei processi IT e sulla fidelizzazione dei talenti. L'obiettivo è di portare il rapporto Cost/Income ratio dall'attuale 64% circa a circa il 55% facendo di Generali un benchmark nella gestione dei costi.

Miglioramento delle performance operative nei singoli paesi. Rinnovata ambizione di crescita del risultato operativo principalmente nei mercati maturi in cui Generali opera, anche tramite un piano di forte incentivazione del management sui risultati. Concentrazione degli sforzi manageriali principalmente su tre linee di business specifiche al fine di ridurre la dipendenza dal business Vita: (i) diventare la prima scelta per Small & MidCo, settore in rapida crescita e forte marginalità, (ii) avviare un programma di sviluppo di un «Ecosistema Unico Integrato per la Salute» che rafforzi e uniformi la strategia della Compagnia sull'Health e infine (iii) forte accelerazione sull'asset management tramite il superamento della strategia multi-boutique e lo sviluppo di una Central Factory e tramite un programma di insourcing dei talenti. Il piano su questo punto è completato da un programma di digitalizzazione delle attività degli agenti da sviluppare in concerto con la forza vendita.

Tech e Data Analytics. Investimento complessivo nel triennio di 1,5 - 1,6 miliardi di euro in investimenti tecnologici per creare nuove opportunità di crescita e di risparmio sui costi preparando la Compagnia a fronteggiare le esigenze e le abitudini delle nuove generazioni (di clienti, dipendenti e agenti). Generali deve liberarsi dalla concentrazione su pochi grandi fornitori, far crescere in house una generazione di developers e data scientists e recuperare il ritardo accumulato nel campo del'Insurtech.

M&A. Focus su operazioni di M&A in grado di accompagnare la trasformazione e la crescita aziendale anche attraverso l'uso efficiente della leva finanziaria ed evitando la moltiplicazione dei dossier. La nuova strategia si baserà su un limitato numero di operazioni di maggiori dimensioni in ambito Danni e in aree geografiche di interesse, nell'asset e nel wealth management, nel Fintech e nell'Insurtech. La nuova strategia beneficerà della volontà di massimizzare la disponibilità di cassa potenzialmente disponibile per attività di M&A fino a 7 miliardi di Euro che deriveranno da: aumento dei ricavi rispetto al Lifetime Partner 24, utilizzo dei potenziali proventi della razionalizzazione geografica e ricorso, se necessario, alla leva finanziaria. L'ulteriore linea di intervento è un approccio differenziante sull'ESG. Generali non si può semplicemente allineare agli standard ESG ma deve ambire ad essere protagonista dei processi che mirano a costruire una società più sostenibile. 

La quota. Caltagirone, a margine della presentazione del programma per Generali a Milano, ha precisato inoltre che la sua quota nella compagnia è «più del 9%» del capitale. 

La Borsa. A Piazza Affari il titolo guadagna l'1,5% a 19,35 euro.

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