Si può immaginare di utilizzare l'energia da fonti rinnovabili, nella fattispecie quella solare, per creare "l'agricoltura desertica", ovvero per coltivare frutta e verdure in pieno Sahara? L'Algeria ci sta provando e ha previsto di realizzare nel deserto il primo villaggio alimentato da energia solare con cui risparmiare acqua e lavorare i campi. E sapevate che sono quasi mille (991 per la previsione, fonte Miur) gli accordi sottoscritti dalle università italiane con atenei africani negli ultimi 30 anni, e oltre 200 i progetti di cooperazione attivati negli ultimi 5 anni in oltre 30 Paesi di quel continente? Forse no ma quello che conta è che dall'agricoltura "desertica" alla formazione, passando per l'energia, l'acqua e la salute, le infrastrutture materiali e digitali sono proprio queste le prime priorità d'intervento già operative del Piano Mattei. Ovvero, di quello che l'ambasciatore Fabrizio Saggio, punto di riferimento del Piano per Palazzo Chigi, ha definito «un metodo, un approccio che il Governo italiano ha voluto avviare nel complesso dei rapporti con l'Africa». In una dimensione, sono ancora parole di Saggio, «che supera la logica donatore-beneficiario per dare vita a rapporti paritari, lontani da qualsiasi logica predatoria, e fondati sul dialogo, la collaborazione, la condivisione e l'ascolto».
È la candidatura dell'Italia a ruolo di cerniera tra Europa e sponda sud del Mediterraneo ma in una chiave di concretezza che è testimoniata dai progetti giù partiti. Nove i Paesi pilota (Etiopia, Costa d'Avorio, Mozambico, Kenya, Congo, Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto) ma già si ipotizza di estendere il Piano a cerchi concentrici, a ulteriori Nazioni del Continente, cioè. Per ora ci sono 5,5 miliardi di risorse stanziate, più della metà dal fondo per il Clima, in attesa che l'Europa colga l'opportunità italiana e destini a questo sforzo ben altri finanziamenti, com'è avvenuto per il Pnrrr. Nove anche gli interventi messi già a terra, tutti condivisi con le autorità locali e in ogni oro fase, dall'elaborazione fino all'attuazione concreta.
L'agricoltura
Come nel caso dell'agricoltura "desertica". Italia e Algeria lavorano insieme nella parte sud-orientale del Sahara algerino dove si punta a sfruttare l'enorme potenziale del fotovoltaico che sfrutta bene il suolo e fornisce sicurezza alimentare, riduce le emissioni di gas serra e fa risparmiare anche sugli sprechi di acqua. A come agricoltura anche in Mozambico: qui, in collaborazione con la Farnesina e l'AICS, l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, si prevede la costruzione di un Centro agroalimentare nella provincia di Manica (nord-ovest del Paese), «che possa rafforzare la competitività agroalimentare del Paese» spiega l'ambasciatore Saggio. In Tunisia invece, grazie al potenziamento delle stazioni di depurazione delle acque non convenzionali, con l'installazione di sistemi fotovoltaici si punterà ad aumentare sensibilmente la capacità produttiva agricola della regione nord-est del Paese.È sempre l'agricoltura a muovere il progetto del Piano Mattei concordato con l'Egitto: al Cairo, «siamo impegnati a sostenere la modernizzazione della produzione agricola egiziana e a rafforzare la filiera agricola con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie». Ma A vuol dire anche acqua. In Etiopia lItalia si sta impegnando «nel recupero ambientale del lago Boye nella città di Jimma (nell'ovest del Paese) mentre nella Repubblica del Congo stiamo migliorando l'accesso all'acqua per la popolazione locale attraverso lo scavo di pozzi e la creazione di reti di distribuzione».
L'energia
E poi l'energia che già vede l'Italia impegnata in prima fila con Eni ed Enel nel continente (c'è chi dice che sono state proprio le due più grand aziende pubbliche del Paese ad aprire la strada agli altri interventi). L'ambasciatore Saggio conferma la volontà di attivare «attività complementari a quanto già realizzato da Eni in Kenya, sostenendo il Paese nello sviluppo dei biocarburanti. Grazie al Piano Mattei per l'Africa, nel momento di pieno sviluppo, l'iniziativa coinvolgerà circa 400 mila agricoltori entro il 2027 e interesserà un'estensione di terreni degradati di oltre 400 mila ettari». In particolare, in Marocco si metterà a frutto una collaborazione con l'Università Mohamed VI per il lancio di percorsi di studio sul tema delle energie rinnovabili aperti a tutti gli studenti africani. Da qui prenderà il via la creazione di un Centro di eccellenza per la formazione sempre nel settore delle rinnovabili, la cui sede potrà essere il complesso immobiliare dello Stato italiano situato a Tangeri. Nel continente giovane per eccellenza, una delle priorità del Piano Matei è la salute.