Dalla Germania alla Grecia, la protesta dei trattori dilaga in Europa: ecco perché

Salari bassi, il nuovo Green Deal europeo e un'eccessiva burocrazia sono i motivi principali che hanno dato vita a una marea crescente di rabbia

Dalla Germania alla Grecia, la protesta dei trattori dilaga in Europa: ecco perché
Sabato 27 Gennaio 2024, 17:20 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 10:06
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La protesta dei trattori ha invaso l'Europa. Partita dalla Germania, paese dopo paese è arrivata anche in Italia. Salari bassi, il nuovo Green Deal europeo e un'eccessiva burocrazia sono i motivi principali che hanno dato vita a una marea crescente di rabbia tra i produttori agricoli in Ue. Obiettivo principale degli agricoltori e allevatori è dunque contrastare una politica europea troppo penalizzante. Ridotti allo stremo da costi di produzione esagerati e basse remunerazioni stanno facendo sentire la loro voce sfilando con i trattori e bloccando strade e piazze. 

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Germania: la culla della rivolta

Tutto è iniziato a metà dicembre in Germania con l'annuncio del governo tedesco di aumentare le tasse e tagliare i sussidi agricoli, eliminando i principali privilegi fiscali per gli agricoltori, tra cui un’agevolazione fiscale sul gasolio. Inizialmente era stato previsto di farlo in maniera diretta, ma successivamente alle prime rivolte è stata presa la decisione di effettuare questa riforma in maniera graduale, nell’arco di più anni, così da permettere alle aziende di adeguarsi.

I motivi per cui gli agricoltori in Germania protestano (riforme ambientali e aumento dei costi)  rappresentano però un rischio anche per il settore agricolo di altri paesi.

Così la protesta si è allargata a macchia d'olio anche in Francia, Spagna, Belgio, Olanda e Italia non solo. In generale, il 2023 è stato un anno impegnativo per il settore agricolo di tutta Europa, sia per motivi ambientali (alluvioni seguite da periodi di estrema siccità in Italia, Portogallo, Grecia) che per motivi legati a una politica più sostenibile a livello ambientale. Infatti, l’Ue prevede implementazioni nel settore agricolo di linee guida del Green Deal  L’obiettivo è quello di raggiungere le net zero emissions entro il 2050, riducendo contemporaneamente le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. 

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I blocchi in Francia

Il 23 gennaio la rivolta è dilagata in Francia, con gli agricoltori che hanno effettuato blocchi stradali in tutto il Paese, dopo un incontro non risolutivo con il governo. Tra le rivendicazioni degli agricoltori francesi rientrano: la rinuncia a introdurre nuovi divieti sui pesticidi, il blocco degli aumenti di prezzo del gasolio per i trattori, la totale applicazione della legge che obbliga il settore industriale a pagare di più gli agricoltori e risarcimenti più veloci per i i disastri naturali. Ieri due autostrade del sud della Francia, di cui un'importante collegamento verso la Spagna, sono rimaste chiuse su una tratta di circa 400 chilometri. Solo in tarda serata gli agricoltori hanno iniziato a ritirare i blocchi dei trattori dopo gli annunci del primo ministro Gabriel Attal che ha promesso dieci misure per gli agricoltori con effetto immediato tra cui semplificazioni burocratiche, aiuti urgenti e stop agli aumenti del gasolio.

La mobilitazione in Belgio

Non si placa la collera neppure in Belgio. Dopo la mobilitazione messa in atto ieri ai confini con Francia, Lussemburgo e Germania, un gruppo di agricoltori appartenenti alla Federazione vallona dell'agricoltura (Fwa) hanno bloccato oggi le due rotatorie di accesso all'autostrada E42, nei pressi di Villers-le-Bouillet, tra Liegi e Namur, organizzando altre azioni di ostruzione nelle cinque province francofone del Paese. «Siamo qui per incontrare la popolazione e sensibilizzarla, ma anche per lanciare l'allarme nei confronti dei politici. Chiediamo in particolare la semplificazione amministrativa, una legislazione più completa e migliori entrate», ha rivendicato l'esponente della Fwa, Aline Depas, all'agenzia nazionale Belga, evidenziando che «il prezzo delle materie prime aumenta, mentre il prezzo di vendita dei nostri raccolti e del nostro bestiame non aumenta». Nella giornata di ieri gli agricoltori belgi avevano annunciano «azioni a cascata» la prossima settimana. Giovedì primo febbraio è prevista una protesta a Bruxelles, a margine del Consiglio europeo straordinario, con i trattori provenienti da Liegi, Namur e Charleroi. 

Le altre proteste

In Polonia gli agricoltori in mobilitazione vanno dritto al punto: blocchi stradali contro l’importazione dei prodotti agricoli ucraini che mettono in difficoltà il comparto nazionale. In Romania le manifestazioni sono in corso da due settimane.  Stesso copione anche in Grecia, dove la protesta degli agricoltori, preoccupati dall'attuazione della nuova Politica Agricola Comune (Pac), sta divampando nel nord del Paese, dopo che a inizio settimana si era diffusa anche in Tessaglia. Secondo gli agricoltori sarebbe «minacciata la sostenibilità della produzione agricola e zootecnica». Dimitris Moschos, agricoltore di Polykarpi, di Kastoria, è convinto che le nuove misure della Pac abbiano ridotto le entrate derivanti dai prodotti agricoli e animali «in media del 52%». A Kozani, gli agricoltori hanno tenuto un incontro con il sindaco e il consiglio regionale, bloccando l'accesso alla sede della regione per tutta la durata dell'incontro. 

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