Zone economiche speciali del Mezzogiorno, partenza ok: «Ora allargare le aree»

In Calabria gli stati generali delle Zone economiche speciali del Mediterraneo

Il ministro Alfredo Urso
Il ministro Alfredo Urso
di Nando Santonastaso
Venerdì 24 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15:05
4 Minuti di Lettura

Più di 410 domande di insediamento presentate da altrettante imprese. Già 43 via libera ai nuovi investimenti da parte dei Commissari di governo, pressoché tutti in tempi record. I numeri promuovono le Zone economiche speciali del Mezzogiorno, rilanciate dalla piena fruibilità dello Sportello unico digitale che ha garantito una sola e unica autorizzazione per realizzare i progetti rispetto ai 34 passaggi procedurali esistenti in precedenza. In pochi mesi le Zes hanno dimostrato di poter superare i ritardi e le incertezze che ne hanno accompagnato i primi 4 anni di vita, alimentando il legittimo dubbio che fossero destinate a non avere alcun futuro. E che siano destinate a diventare un punto di riferimento perfino inevitabile per l'area euromediterranea, specie alla luce dei nuovi equilibri geopolitici ed energetici, lo dimostra il meeting di Gizzeria, in Calabria, che da oggi a domenica vedrà l'incontro tra le Zes delle due sponde del Grande Mare e dei rappresentanti dei governi dei rispettivi Paesi. L'occasione è fornita dagli Stati generali del Mediterraneo, organizzati dal commissario della Zes Campania e Calabria, Giosy Romano, in collaborazione con le istituzioni regionali calabresi. Sarà l'occasione per approfondire nuove modalità per l'attrazione degli investimenti nelle Zone speciali ma anche per consolidare rapporti che nel breve e medio termine rafforzeranno il ruolo dell'Italia, già diventato strategico per l'approvvigionamento dell'energia (anche in chiave europea), e in particolare la centralità del Mezzogiorno e dei suoi porti. Non a caso al meeting è annunciata la partecipazione nei tre giorni di ministri italiani (Urso, Salvini, Tajani) e dei loro omologhi di Tunisia, Marocco, Libia, Egitto. Ad aprire i lavori il governatore della Calabra, Occhiuto, presenti anche i vertici di Confindustria. «L'obiettivo è creare un ponte di dialogo - si legge in una nota -, in un momento cruciale ma strategico per l'area del Mediterraneo, tra decisori pubblici e mondo delle imprese per facilitare i rapporti imprenditoriali in corso e incentivarne di nuovi. Nell'ambito delle facilitazioni previste per le Zone franche e per le Zes, saranno attivati percorsi di intervento e valorizzazione del sistema delle imprese delle due sponde del bacino dell'area Sud con appositi protocolli, con un focus sulle risorse destinate al sostegno industriale, alle infrastrutture, al rapporto finanza/impresa, alle opportunità dell'intermodalità logistica, per accrescere il valore di un Mediterraneo allargato». 

I numeri incoraggiano, dal versante italiano, questo percorso. L'attrattività delle Zes, dopo l'entrata in vigore dell'autorizzazione unica agli investimenti e alla conferma delle risorse del credito d'imposta (che rischiano però di non bastare), ha fatto breccia nel sistema delle imprese dopo i dubbi, più che legittimi, emersi nei primi 4 anni. È così che in Campania, che ha fatto da apripista, su 78 istanze ne sono già state autorizzate ben 16 (da Novartis a Gls, da Farvima a Sbe), in attesa della decisione sulle due offerte presentate per l'ex Whirlpool, per complessivi 120 milioni di investimenti. Ed è in base allo stesso percorso che in Calabria il gruppo alimentare Giacinto Callipo si è visto autorizzare un investimento nel settore delle conserve in soli 15 giorni, mentre la multinazionale Usa Baker Hughes, leader nei servizi petroliferi, è in corsa per un progetto nel Crotonese.

In Puglia è stato dato il via libera all'ampliamento di un polo logistico nella zona di Molfetta, e così via in tutte le regioni meridionali, compresa la Sardegna. Sono investimenti per ora soprattutto di realtà aziendali già operanti nei territori ma il salto di qualità, legato alla presenza di grandi gruppi internazionali, capaci di attrarre inevitabilmente le filiere di rifermento, non sembra più così lontano. Non è un caso che far parte di questa nuova prospettiva di sviluppo spinge i territori che per il momento non fanno parte delle Zone a premere per entrarvi. È un tema ben chiaro al commissario di governo Romano che è anche l'apprezzato coordinatore dei commissari straordinari di tutte le Zes: «Ora che lo strumento comincia ad essere conosciuto ai più osserva il giurista campano - si pone l'esigenza di una riperimetrazione delle aree, peraltro concessa dalla norma. Stiamo cercando di fare un'operazione, in sinergia anche con le Regioni, per ottimizzare le aree stesse, recuperando le superfici rispetto al Piano strategico regionale iniziale. Le aree che non sono suscettibili di insediamenti produttivi, tipo le strade, e i parcheggi, si possono sottrarre al computo delle Zes: così si renderanno disponibili ulteriori superfici da assegnare. Vogliamo inserire le aree che oggettivamente sono passibili di attrazione degli investimenti e che hanno un funzionale di collegamento con le altre dal punto di vista economico». Fino a pochi mesi fa sembrava una prospettiva discutibile, oggi è una necessità per sostenere gli investimenti. La svolta, quasi inutile aggiungerlo, è clamorosa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA