Caso Huawei, il balletto di Panasonic: «Lavoriamo fianco a fianco in molti campi»

Caso Huawei, il balletto di Panasonic: «Lavoriamo fianco a fianco in molti campi»
di Erminia Voccia
Giovedì 23 Maggio 2019, 17:53 - Ultimo agg. 21:03
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C'è un po' di confusione sugli affari tra Panasonic e Huawei. Sul suo sito cinese l'azienda di base a Osaka ha pubblicato una nota in cui dice di non aver bloccato le forniture di componenti al colosso cinese delle tlc, in seguito al bando deciso dall'Amministrazione Trump. Panasonic ha pubblicato una dichiarazione in cui ribadisce che gli affari con Huawei vanno avanti come prima. Tuttavia, in una nota precedente il portavoce di Panasonic aveva fatto capire che il bando Usa aveva forzato la mano dell'azienda giapponese. Panasonic ha «bloccato tutte le transazioni commerciali con Huawei e le altre 68 società del gruppo», aveva fatto sapere l'azienda nella dichiarazione ufficiale. Lo stop si applicava a tutti i prodotti che contengono il 25% o più di tecnologia e componenti realizzate negli Stati Uniti, spiegava Panasonic. L'azienda dunque era stata aggiunta all'elenco delle compagnie stranire che avevano rinunciato a fare affari con il colosso cinese.

«Panasonic è un importante partner di Huawei e le due aziende lavorano fianco a fianco in molti campi. La cooperazione rimane la stessa di prima. Grazie a Panasonic per il supporto a Huawei», questa la replica del gigante cinese di Shenzhen. In base alle restrizioni decise dagli Stati Uniti, per continuare ad avere rapporti con Huawei è necessaria l'autorizzazione dell’Amministrazione americana. Il Dipartimento del Commercio la settimana scorsa ha stabilito il divieto per Huawei di acquistare prodotti americani, con la motivazione che l'azienda costituisce una minaccia per la sicurezza nazionale. Successivamente, Huawei è stata “graziata” per 90 giorni e ha ricevuto una licenza di tre mesi. Disposizione che non è stata interpretata come una pausa nella guerra in corso per il primato tecnologico tra le due super potenze mondiali, né come una concessione a Huawei. I tre mesi sono invece un lasso di tempo utile a permettere ai clienti americani di Huawei di limitare i disagi, spingendoli a trovare atri fornitori.


L'annuncio di Panasonic era arrivato dopo che l’operatore di rete mobile britannico EE, Vodafone e l’azienda di microprocessori di base nel Regno Unito ARM avevano riferito di aver boicottato Huawei. ARM ha detto di aver bloccato gli affari l'azienda cinese, come riferisce The Guardian e come si legge in documento visionato da Bbc. Le giapponesi Softbank e KDDI hanno entrambe dichiarato che non venderanno gli ultimi prodotti a Huawei. A interrompere i rapporti con Huawei anche l'operatore telefonico Chunghwa Telecom di Taiwan. Il Giappone è un alleato degli Usa e dunque avrebbe risposto positivamente alle pressioni di Washington. Il pericolo per gli operatori telefonici consiste nel posizionare sul mercato dispositivi che potrebbero rivelarsi inutili per via delle limitazioni alle forniture.

Qualcomm e Lumentum hanno già chiuso le porte a Huawei.

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