Affitti brevi, controlli sui proprietari per la cedolare secca non versata: faro sui titolari dei contratti (non solo su AirBnB)

di Andrea Bassi
Giovedì 9 Novembre 2023, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 11:21 | 2 Minuti di Lettura

LA STRATEGIA

In realtà, come emerge dalle carte dell’inchiesta milanese, AirBnB aveva provato ad allargare a dismisura la definizione di soggetti “professionali”. In questa categoria avrebbe voluto includere, secondo la sua interpretazione soggettiva, tutti i titolari di Partita Iva, tutti coloro con ricavi dall’attività di B&B superiori a 65 mila euro e tutti coloro che fornivano servizi simili a quelli alberghieri, come il cambio della biancheria, le pulizie o il servizio di reception. In base a questi criteri, tutti i proprietari che passavano sulla piattaforma AirBnB avrebbero avuto la qualifica di “soggetti passivi” per i quali la piattaforma non avrebbe dovuto fare da soggetto passivo per l’applicazione della cedolare secca.

Tra le carte sequestrate dalla Guardia di Finanza, poi, ne è emersa una qualificata come «Privilegiata e confidenziale» dalla quale erano indicate le strategie ipotizzate dalla multinazionale per fronteggiare il rischio fiscale dopo l’introduzione della cedolare secca. Tra queste anche quella di avviare un lungo contenzioso con le Autorità fiscali italiane e una posizione di chiusura nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Il conformarsi invece alla normativa sulla cedolare secca, è collegata nel documento ad un rischio potenziale di aumento dei prezzi e alla perdita di quote di mercato a favore di altri concorrenti che non usano il metodo dei pagamenti on line. Intanto commercialisti e avvocati della multinazionale hanno preso contatti con funzionari del Fisco. Un primo passo. Si vedrà in quale direzione.

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