No all’educazione sessuale ai bambini: in Belgio scatta la protesta e bruciano le scuole. Sono già quattro gli asili dati alle fiamme e l’antiterrorirmo alza l’allerta. È accaduto nella notte tra martedì e mercoledì scorso, con quattro attacchi incendiari nelle strutture per bambini delle città di Marcinelle, Couillet e Charleroi-Nord.
La procura di Charleroi, per il momento, sta procedendo contro ignoti, assicurando che non è stato identificato alcun sospettato, ma ha spiegato che oltre agli attacchi sono state ritrovate chiare scritte contro il progetto Evras: si tratta del nuovo piano di “educazione alla vita relazionale, emotiva e sessuale” approvata da governo e Parlamento per i bambini dell’asilo. Il nuovo piano, che va ad integrare uno già esistente dal 2012, ha scatenato una serie di proteste da parte di alcuni comitati di genitori che puntano il dito su una presunta «ipersessualizzazione» che andrebbe ad «insegnare la sessualità ai bambini fin dalla tenera età». E c’è anche chi accusa il piano di voler spingere i bambini a «cambiare genere, oltre che alla masturbazione e alla sodomia».
Sulle proteste, sfociate nelle fiamme e riportate dai media locali - tanto che qualcuno parla di un numero maggiore di asili distrutti - è intervenuta la ministra francofona all’Educazione e alla Sanità, Bénédicte Linard, che ai microfoni dell’emittente televisiva Rtl ha spiegato: «Sentiamo preoccupazioni relative a cose o contro materiali didattici che in realtà non rientrano nelle attività: le attività di Evras esistono da molto tempo e si tratta di corsi obbligatori da due ore all’anno».
Il caso sta diventando pericoloso anche perché le scritte lasciate dagli incendiari sulle scuole riportavano minacce come “No Evras, altrimenti i prossimi sarete voi”. Per questo, il Centro nazionale di crisi ha fatto sapere che è stato attivato anche l’antiterrorismo.
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