Coronavirus, c'è anche l'emergenza rifiuti: chiesta una proroga per la discarica di Roccasecca

Un'immagine della discarica di Roccasecca
Un'immagine della discarica di Roccasecca
di Pierfederico Pernarella
Martedì 31 Marzo 2020, 13:11 - Ultimo agg. 2 Marzo, 21:19
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Come se non bastasse l'emergenza coronavirus, scoppia anche la grana rifiuti: la Regione chiede di ampliare la sopraelevazione della discarica di Roccasecca e prolungare l’esercizio del sito oltre il termine del 14 maggio. L’istanza è stata presentata alla Presidenza del Consiglio dei ministri e per domani è stata convocata una riunione in videoconferenza con tutti gli enti interessati.

UFFICI CHIUSI E PIÙ RIFIUTI
Stando a quanto scrive la responsabile della Direzione rifiuti della Regione Lazio, Flaminia Tosini, nella richiesta inviata al Governo lo scorso 26 marzo, l’emergenza coronavirus ha «determinato un fermo pressoché totale nei procedimenti» in corso per la realizzazione di nuove volumetrie. I procedimenti in questione sono quattro: le sopraelevazioni della discariche di Viterbo e Latina; il nuovo impianto di Monte Carnevale a Roma e la realizzazione del V Bacino nella discarica di Roccasecca della Mad.

ECCO IL PROOVEDIMENTO DELLA REGIONE LAZIO:


La Regione evidenzia come non vi siano i tempi per portare a termine le procedure. Serve una soluzione più immediata, anche perché nel frattempo, alla luce della sospensione della raccolta differenziata nelle utenze con presenza di soggetti positivi o in quarantena così come indicato sia dall’Istituto superiore di Sanità che dall’Ispra, è aumentata la produzione di rifiuti indifferenziati.

Attualmente nel Lazio i siti in funzione sono tre: le discarica di Viterbo e Civitavecchia (quest’ultima sempre di proprietà della Mad) che hanno una ricettività limitata, e quella appunto di Roccasecca dove finiscono i rifiuti trattati della provincia di Frosinone ma anche quelli di Roma.

Non è più in funzione, ma in teoria avrebbe ancora una disponibilità di 150mila tonnellate, la discarica di Colle Fagiolara, a Colleferro, di proprietà pubblica.

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LA RICHIESTA
Secondo la Regione Lazio la soluzione più fattibile è quella di Roccasecca. Questo perché il sito era già oggetto di un’autorizzazione che aveva previsto una sopraelevazione di 16 metri. Indicazione contro cui si era opposto il Ministero dei Beni culturali presentando un ricorso alla Presidenza del consiglio dei ministri. La controversia venne risolta con una delibera del marzo dello scorso anno in cui si è stabilito che la sopraelevazione doveva essere al massimo di 10 metri e comunque l’utilizzo delle nuove volumetrie sarebbe dovuto terminare entro il 14 maggio di quest’anno.

Ora la Regione Lazio chiede la sopraelevazione di altri 6 metri (corrispondenti all’incirca a 50-60mila tonnellate di rifiuti) per arrivare ai 16 metri indicati nell’originaria autorizzazione e di consentire l’esercizio dell’impianto oltre il 14 maggio.

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COMUNE CONTRARIO
Non l’ha presa bene il sindaco di Roccasecca, Giuseppe Sacco, il quale dando la notizia della videoconferenza fissata per domani, ha assicurato che, nonostante l’emergenza coronavirus, il Comune vigilerà sul procedimento chiedendone il differimento visti anche i tempi strettissimi con cui è stata convocata la riunione. «L’emergenza a cui fa riferimento la Regione è la stessa che va avanti da anni. Non è giusto che il nostro territorio continui a pagare l’inerzia degli altri», ha detto Sacco.

 

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