Frosinone, il manager Asl: «A breve il primo trapianto di midollo»

Il manager Aliquò
Il manager Aliquò
di Giovanni Del Giaccio
Domenica 18 Giugno 2023, 09:30 - Ultimo agg. 10:05
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Un anno a Frosinone, alla guida della Asl. Angelo Aliquò, direttore generale arrivato dall'esperienza in Sicilia, affronta quello che è stato, ma anche le sfide che negli altri due anni che lo vedranno alla guida dell'azienda sanitaria ciociara vuole affrontare e vincere.
Direttore, che anno è stato?
«Molto impegnativo, su tutti i fronti. Ho cercato di affrontare le questioni rendendomi conto di persona, andando più in giro rispetto alle mie precedenti esperienze anche se questo non sempre è stato possibile. Abbiamo affrontato diverse emergenze e mandato avanti le attività, con l'urgenza di ottenere risultati perché tre anni sono brevi per raggiungere gli obiettivi che sono stati preventivati».
Quali?
«Ad esempio la svolta digitale che è fondamentale. La leva digitale può far cambiare davvero la qualità di vita delle persone, aumentare la prevenzione, raggiungere chi ha difficoltà a muoversi. Implementeremo televisita e telecontrollo, ci sono dei percorsi già avviati ma ora lavoriamo sui soggetti che ne formeranno altri perché queste pratiche diventino la norma. Attenzione, non sostituiranno mai la visita vera e propria, ma ci consentiranno appunto di raggiungere anche chi è più lontano o non vive in un centro abitato - e sono tanti - e qualora ce ne fosse bisogno di intervenire per tempo».

Rivoluzione digitale a parte, prossimi passi a breve per assistenza e cure?
«Stiamo correndo per la radiologia interventistica, il concorso è in atto, e grazie alla collaborazione con l'Associazione italiana lotta alle leucemie e l'ematologia presto effettueremo qui il primo trapianto di midollo. Inoltre mi piace sottolineare che qui le prestazioni di base si effettuano, tutte, e con risultati soddisfacenti».

Non è un caso, invece, che la mobilità passiva e cioè chi sceglie di andare a curarsi altrove, sia ancora una voce pesante del bilancio in uscita della Asl. Come si affronta?
«Spiegando alla gente che noi siamo affidabili e che può trovate le cure qui, al tempo stesso elevando la qualità di ciò che facciamo. Poi dicendo ai giovani professionisti che vogliono investire su se stessi che qui c'è un ambiente pronto ad accoglierli e farli crescere. Inoltre, questo vale per chi è già con noi, fare squadra, parlare bene dell'azienda in cui si lavora, far conoscere le esperienze positive, motivare e ascoltare».
Cioè?
«Io parlo con tutti, anche i pazienti, devi ascoltare per comprendere le necessità e cerco di farlo, sempre, chiedendo a chi è parte dell'azienda di fare lo stesso».

I pronto soccorso restano un biglietto da visita che rischia di far saltare ogni migliore intenzione, però, non crede?
«Intanto, per fortuna, qui da noi non si aspetta in ambulanza.

Abbiamo affrontato questo discorso, non solo per la di carenza medici e personale ma rivedendo la distribuzione degli spazi. A Frosinone l'osservazione breve intensiva è realtà, a Sora abbiamo avviato i lavori, poi si dovrebbe andare in pronto soccorso solo per le emergenze ma purtroppo questo ancora non avviene».

Perché il "territorio" non filtra ancora abbastanza. A proposito, case e ospedali di comunità non c'è il rischio che restino scatole vuote?
«Sì e cercheremo di affrontarlo. Anche qui abbiamo problemi di personale, cerchiamo di risolverli velocemente. Non è, poi, solo questione di edilizia ma dobbiamo costruire percorsi terapeutico diagnostico assistenziali in modo che il cittadino sappia che viene preso in carico dall'inizio alla fine. Questo significa evitare accessi impropri in pronto soccorso, non ingolfare le liste d'attesa, seguire i pazienti passo passo».

Territorio è anche il rapporto con i medici di base. Com'è?
«Ottimo, ci si confronta, sono fondamentali negli screening e saranno coinvolti sempre di più. Se ho un'elevata prevalenza di determinate patologie e poi non riesco a intervenire sul paziente è inutile saperlo, il medico di base in questo è fondamentale e c'è una straordinaria collaborazione».

Anche sulla spesa farmaceutica?
«Stiamo rivedendo alcune cose, ma non ci sono eccessi. Diciamo che dobbiamo diminuire quella sugli antibiotici e per fare questo abbiamo uno strumento che consente di avere il risultato dell'antibiogramma in sei ore, con la conseguenza che si prescrive subito quello corretto».

C'è il caso Alatri, ma anche un atto aziendale che era pronto e poi è stato fermato. A che punto siamo?
«Nessuno vuole depotenziare Alatri, l'ho spiegato in ogni sede. L'atto servirà per riorganizzare la rete ospedaliera e dell'assistenza rispetto ai fabbisogni della popolazione e sulla base delle indicazioni regionali. Nel frattempo prosegue il potenziamento delle attrezzature e per quanto riguarda gli interventi edilizi, a settembre ci saranno cantieri ovunque».

Farmaci, ma anche spesa in generale, quali strumenti avete adottato?
«Abbiamo una sorta di cruscotto che ci consente il controllo dei dati in tempo reale, riusciamo a vedere le criticità ma siamo in grado anche di avere la misura costante dei risultati di gestione. Siamo riusciti a riallineare i pagamenti, fra l'altro, e questo è importante non solo per i fornitori ma per la credibilità dell'azienda».

Ha deciso di mettere on line le pubblicazioni scientifiche realizzate dalle strutture della Asl. Perché?
«Abbiamo un patrimonio enorme che è quello dei dati che è fondamentale per chi fa ricerca. Al tempo stesso siamo in grado di farla anche noi e lo stiamo dimostrando, per questo mettiamo on line ciò che facciamo e diamo il nostro contributo al mondo della ricerca. Fra l'altro dove questa si svolge c'è crescita per tutti»
All'arrivo qui si è definito un attaccante di serie C chiamato in serie A. Che voto si dà dopo un anno?
«Sto facendo un'esperienza difficile ma entusiasmante, nessuno voto perché alla fine saranno le persone, soprattutto quelle che hanno capacità di osservare e competenze per farlo, a dire come sono andato».

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