Accusato di aver violentato e stuprato una collega di lavoro, operaio viene licenziato. L'operaio, un 28enne residente nell'area nord della provincia, ieri è comparso davanti al giudice per una nuova udienza del processo che lo vede imputato. Il giovane, ristretto agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, aveva chiesto il permesso di andare a lavorare. Contro la richiesta si erano opposti si il pubblico ministero che la parte civile, l'avvocato Francesca Ruggieri, che assiste la ragazza. Ora però per lui è stato avviato il licenziamento.
La donna infatti lavora nella stessa azienda dove prestava servizio quello che, secondo le accuse, sarebbe stato il suo carnefice. La ditta dove lavorava l'operaio e che produce materiale plastico ha anticipato la decisione del giudice preparando la lettera di licenziamento.
Ieri mattina sul banco dei testimoni sono salite sul banco dei testimoni le operatrici dell'associazione antiviolenza "Fammi Rinascere" che per prime hanno raccolto la denuncia della ragazza e che continuano a supportarla attraverso anche un percorso psicologico.
LA RICOSTRUZIONE
L'uomo, subito dopo lo stupro, venne arrestato.
A far scattare la denuncia fu la madre della ragazza dopo aver visto in quali condizioni era tornata a casa la figlia. La prossima udienza è stata fissata per il 14 luglio. In questa data dovranno essere ascoltati due testimoni della procura per i quali è stato chiesto l'accompagnamento coatto. L'imputato è difeso dall'avvocato Luigi Tozzi.