Roma 3, la denuncia degli studenti: "I
​nomadi si lavano nei bagni dell'università"

Roma 3, la denuncia degli studenti: "I ​nomadi si lavano nei bagni dell'università"
di Lorena Loiacono
Mercoledì 4 Giugno 2014, 08:59 - Ultimo agg. 09:37
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Entrano in bagno e si lavano, qualcuno si fa anche la barba. Niente di strano, se non fosse che questa quotidiana toletta avviene nei bagni della facoltà di ingegneria. Per l'esattezza nell'università di Roma 3. Nelle facoltà del quartiere Ostiense e di Marconi.



Gli studenti lo denunciano da tempo ma ora il fenomeno è diventato insostenibile: si tratta di un gruppo di senza fissa dimora che, noncuranti degli sguardi che li circondano, approfittano dell'acqua corrente per rinfrescarsi e radersi. Barba e capelli, dunque, nell'Ateneo.



E non è tutto. Da settimane ormai si fa sempre più pressante l'ondata di furti che ha investito le facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza senza risparmiare i bar dell'Ateneo. La facoltà più colpita è comunque quella di Ingegneria. Spariscono oggetti dalle aule ma prevalentemente dalle auto parcheggiate nelle strade limitrofe, soprattutto vicino lo Stadio Alfredo Berra, dove si tiene il Campionato di Calcio a 11 Interfacoltà, a due passi dall'ex cinodromo e da quello che, per anni, è stato il ritrovo domenicale del cosiddetto mercatino del rubato. Un'area a fortissimo rischio degrado, presa di mira da continue occupazioni abusive lungo gli argini del Tevere, che ora rischia di impossessarsi anche dell'università.



A denunciare i fatti, sono gli studenti. «A Roma Tre – spiega Federico Casali, consigliere degli studenti iscritto a scienze politiche - i senza fissi dimora si mettono davanti ai distributori automatici e importunano i ragazzi. Hanno poi cominciato a utilizzare i bagni dei Dipartimenti per lavarsi e rasarsi. A ingegneria la questione è diventata un problema ormai insostenibile tanto che un paio di settimane fa c'è stato un incontro con il Rettore». Dagli studenti sono partite segnalazioni non solo all'Ateneo ma anche al Campidoglio. Con richieste di interventi risolutivi per una situazione che va avanti da ottobre ormai. «Se tra qualche tempo le risposte non dovessero arrivare – assicurano gli universitari - ci organizzeremo con nuove proteste».