Biden, Trump e gli Usa: ancora guardiani del mondo?

Domenica 10 Marzo 2024, 10:00 - Ultimo agg. 24 Marzo, 10:05
2 Minuti di Lettura

Gentile Direttore de Core,

è vero che manca ancora un poì alle elezioni presidenziali negli Usa. Ma quello che accade nella cosiddetta «più grande democrazia del mondo» mi spaventa. Mi riferisco all'America. Biden, in difficoltà anche a causa dell'incedere dell'età, ha 81 anni, non pare più in grado di svolgere al meglio il ruolo di presidente. E, comunque sia, immagina di poter succedere a se stesso ed essere il 47° presidente degli Stati Uniti. Non parliamo, poi, del possibile ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che nonostante le vicende dell'assalto al Congresso (cosa mai vista!) ci vuole riprovare e sta avendo già un successo nelle elezioni primarie, risultando come candidato repubblicano. Ma è possibile che l'America non riesca a rinnovarsi in nessun modo? Possibile che si rischia di rivedere i soliti noti con tutto quello che può derivarne? Le conseguenze, per una superpotenza come l'America, sarebbero su tutto il mondo!

Pietro Lo Monaco 

Il direttore risponde 

 

Caro Pietro,

quanto accade negli Stati Uniti ci interessa direttamente, e non da oggi. Non posso negare, come lei, di essere molto preoccupato per quanto potrebbe accadere a novembre. Donald Trump rischia di essere un fattore di ulteriore instabilità in un contesto internazionale già terremotato dalla guerra in Ucraina e dal fronte mediorientale. Trattasi di conflitti che stringono d'assedio la nostra Europa, con prospettive fosche: nessuna persona di buon senso ne sa prevedere gli esiti, almeno nell'immediato. Le presidenziali americane, più del voto per il Parlamento continentale a giugno, potrebbero avere un impatto enorme, nella oscillazione tra disimpegno trumpiano (American First il motto tanto gradito alla middle class degli Stati interni) e una più oculata gestione del ruolo di «gendarme mondiale» cara a una visione storicamente espressa dei Democratici. Al di là di come andrà il voto, le indicazioni sottovalutate della campagna elettorale che terminò con la sconfitta della Clinton e l'ascesa di Trump alla Casa Bianca non potranno non essere tenute, stavolta, in debita considerazione. C'è un sondaggio Gallup, citato da Francesco Costa nell'ottima newsletter per il sito Il Post e da Mauro Calise nell'ultima analisi sul Mattino, che dovrebbe aprirci definitivamente gli occhi su cosa muove l'elettore americano: il primo assillo è l'immigrazione, a seguire i segnali economici. La politica estera è totalmente residuale. Non meravigliamoci, quindi, di quanto potrebbe accadere da qui a qualche mese. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA