«L'Uovo di Virgilio», storie di uomini e D10S nel libro di Vittorio Del Tufo in regalo sabato con il Mattino

Miti, leggende, personaggi e luoghi di Napoli

«L'Uovo di Virgilio», il libro di Vittorio Del Tufo in regalo sabato con il Mattino
«L'Uovo di Virgilio», il libro di Vittorio Del Tufo in regalo sabato con il Mattino
di Giovanni Chianelli
Giovedì 27 Luglio 2023, 10:10 - Ultimo agg. 28 Luglio, 07:30
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Dato che siamo ancora in clima scudetto, immaginate le seguenti formazioni: i padroni di casa schierano Alfonso II, Ferrandino, Anna Carafa, Orsola Benincasa, Luca Giordano, Salvator Rosa, Masaniello, Raimondo Di Sangro, Totò e Roberto De Simone. Gli ospiti sono in leggermente in minoranza ma possono contare su Virgilio, Odet de Foix, don Pedro de Toledo, Anton Dohrn, Lamont Young, Antonio Cardarelli, Giustino Fortunato, Anna Maria Ortese e soprattutto su lui, Diego Armando Maradona. Arbitra la sirena Partenope che sì, è il mito fondativo della città, ma per definizione viene da lontano e il terreno di gioco è Napoli. Immaginate e avrete l'ultimo libro di Vittorio Del Tufo, redattore capo centrale di «Il Mattino» e scrittore, cintura nera di miti, leggende, personaggi e luoghi di questa città che da 8 anni, ogni domenica, firma sulle pagine del giornale la rubrica «L'Uovo di Virgilio» con fotografie di Sergio Siano: L'Uovo di Virgilio - I personaggi ne raccoglie alcune puntate: esce dopodomani, lo troverete in edicola gratis con il quotidiano.

Viene in mente una sfida tra le figure legate alla storia di Napoli perché, a differenza dai precedenti volumi di Del Tufo, questa quarta raccolta parla più degli uomini che dei posti, è fatta più di carne e sangue che di terra e pietra.

L'occasione la fornisce l'incredibile passerella di volti che da millenni frequentano il territorio: o perché ne sono figli o perché, capitati nei paraggi, non li hanno più abbandonati. E se in così tanti, dalla notte dei tempi, ne parlano e chiunque se ne innamora, vuol dire che l'area compresa tra il Vesuvio e il mare qualcosa di speciale deve averla, e così chi ne calca il suolo. Scrive Maurizio de Giovanni nella prefazione: «Il mare e il cielo con il profilo delle isole sono un panorama assolutamente meraviglioso. E tuttavia sono il meno. Davvero il meno».

Dalla partita tutti escono vincitori, nel senso che ogni personaggio narrato ha fatto grande la terra dove Partenope riparò fino alla sepoltura, come si racconta nel primo capitolo e dove si legge che Napoli è uno dei pochi luoghi al mondo in cui si cercano davvero le spoglie di una leggenda. Il rapporto tra reale e trascendente è esemplificato da Virgilio, poeta per gli altri popoli e mago per i napoletani, dalle allucinazioni mistiche della piccola Benincasa, dal difficile rapporto col reale della Ortese e dalla trasfigurazione in divinità, ante e post mortem, del D10S. E se nel caso degli altri fa velo il tempo, quello della santificazione del Pibe de oro è argomento di stretta attualità: «Noi crediamo che il tema della sacralità di Maradona vada molto al di là delle chiacchiere da bar, e sia anzi piuttosto serio», scrive Del Tufo. Che volontariamente mette sullo stesso livello della leggenda la storia. La storia «bataille» di lacrime e sconfitte, da Alfonso II a Ferrandino, da Odet de Foix «l'affamatore di Napoli» a Masaniello. E la storia sociale, illuminata dal genio di Cardarelli che con uno sguardo comprendeva al volo il problema del paziente (qui l'autore si dà a un'aneddotica molto divertente), dalla visionarietà di Young, «il re dei castelli in aria», come da paragrafo, dalla pagina musicale scritta da De Simone e dai componenti della Nuova Compagnia di Canto Popolare; e la caparbietà con cui Dohrn volle, a tutti i costi, collocare la sua avveniristica stazione marittima là, sul lungomare di Parthenope, nobilitando la città la cui amministrazione era intenzionata a mettergli i bastoni tra le ruote. Uno spasso assoluto lo scambio tra il grande zoologo tedesco e Cammarota, un oscuro burocrate del Comune di Napoli che voleva negargli il permesso. Scambio riportato così anche in una recente biografia dedicata al celebre zoologo tedesco": «Potrebbe anche succedere che ogni nuovo edificio sul lungomare si appresti a casa di tolleranza», dice Cammarota. E Dohrn: «Evidentemente mi avete preso per uno la cui pasta e risma voi rappresentanti di questa città siete adusi a frequentare». Era il 1870, sembra oggi. 

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