Troppo lavoro, il malessere (burnout) e la pensione anticipata a 54 anni: «Stanca di stare in ufficio 8 ore al giorno, adesso viaggio e faccio yoga»

Jeanne Thompson ha trovato il suo equilibrio lasciando il lavoro che ha svolto per 30 anni

Troppo lavoro, il malessere (burnout) e la pensione anticipata a 54 anni: «Stanca di stare in ufficio 8 ore al giorno, adesso viaggio e faccio yoga»
Troppo lavoro, il malessere (burnout) e la pensione anticipata a 54 anni: «Stanca di stare in ufficio 8 ore al giorno, adesso viaggio e faccio yoga»
Mercoledì 21 Febbraio 2024, 16:50
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Svegliarsi alle sei, lavorare otto ore al giorno davanti a un computer, fare gli straordinari, tornare a casa e ripetere tutto daccapo il giorno dopo. Se per molti può essere rassicurante avere abitudini quotidiane, scadenze e giorni di permesso programmati, per altri non può che essere frustrante e poco appagante. Lasciare tutto per dedicare più tempo alla famiglia, ai viaggi, a quel corso di chitarra che non hai mai iniziato, a imparare il francese. Per farlo c'è bisogno di coraggio e Jeanne Thompson, oggi 56enne, ne ha avuto parecchio per dire addio agli impegni aziendali che la occupavano da 30 anni.

La donna ha richiesto la pensione anticipata e adesso sente di godere a pieno la vita: viaggia, fa yoga, sperimenta nuove ricette in cucina ed è finalmente felice, come mai prima d'ora. 

Jeanne Thompson è sposata con Robert, 55 anni, pensionato, ed è mamma di due ragazzi: Ellie, 25 anni, e Andy, 23. Jeanne Thompson vive a Naples, Florida, Stati Uniti, e per tre decenni ha lavorato a Boston come vicepresidente senior nel settore della finanza: sveglia alle cinque del mattino, riunioni e tante chiamate. Un impiego in azienda durato fino al 2021, quando la donna, a 54 anni, ha deciso di chiedere la pensione anticipata. Era stanca di dover programmare la sua vita in base a orari e scadenze del lavoro. Nessuna gita fuoriporta in settimana, nessun pranzo con la famiglia, ma solo tanto stress che le ha provocato la sindrome di Burnout: affaticamento, nessuno stimolo, passività e senso di noia.

Uno stato emotivo aggravato dalla situazione sanitaria di quegli anni. A causa della pandemia da Covid-19, la donna aveva perso quello slancio vitale che l'aveva sempre contraddistinta. «Il lavoro mi definiva, ma ora non più. Adesso so chi sono», ha scritto la donna sui social. 

«Quando sono andata in pensione per la prima volta non avevo mai realizzato che la mia identità fosse così legata al mio lavoro», ha spiegato la donna, come riporta il New York Post. Jeanne Thompson sentiva il suo tempo scivolare via mentre rimaneva incollata per ore allo schermo del suo computer in ufficio. Oggi alle email inviate ai manager preferisce avere più momenti per sé, viaggiare in Canada e scoprire nuove culture. 

Dopo 30 anni di lavoro nel 2021 la scelta di dire «basta». Però, ha anche ammesso che eliminare le abitudini che per tre decenni «ti hanno definita» è dura. Lei, infatti, continua a svegliarsi alle 5 del mattino, ma farlo non le pesa più.

Instancabile, Jeanne ha colto l'occasione per dedicarsi anche a un lavoro part time nel settore della consulenza, dove è impegnata dalle 5 alle 10 ore settimanali.

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