«'O malessere», su TikTok Fabiana spopola e marcia sul Palapartenope

«Il mio malessere non è uno che picchia o addirittura uccide le donne»

Fabiana Ruggiero
Fabiana Ruggiero
di Giovanni Chianelli
Venerdì 24 Novembre 2023, 07:03 - Ultimo agg. 25 Novembre, 07:31
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A lei piace «'o malessere», ma l'esistenzialismo non c'entra niente. Fabiana (Ruggiero all'anagrafe, ma scognomata in carriera), 22 anni, da Casalnuovo, spopola su TikTok con l'elogio del figlio di buona mamma, non educato, non laureato, geloso, possessivo, barbuto, che arriva con la motocicletta «'a notte fa e tarantelle e doppo va a balla'». Verbo distribuito alle giovanissime che lo rilanciano con i loro video sui social, regalandole milioni di visualizzazioni, tanto da farle azzardare il grande salto: non c'è neomelodico che non sogni il Palapartenope, lei l'ha prenotato per il 27 gennaio prossimo, tappezzando la città di manifesti.

L'omicidio di Giulia Cecchettin ha scosso lei come milioni di italiani, ma non le fa dubitare che le sue parole siano diseducative, soprattutto rivolgendosi ad un pubblico di bambine e ragazzine: «Sono femmina e dunque femminista», garantisce.

Ma forse già il termine, «femmina», invece che «donna», «ragazza», favorisce il terreno sessista e patriarcale dove si annida la cultura dell'amore molesto, tossico, violento.
«Il mio malessere non è uno che picchia o addirittura uccide le donne.

Non credo che un film o una canzone che raccontano una storia siano istigazione alla violenza. Comunque, prima dell'uscita della mia canzone c'erano stati già 83 femminicidi: quantomeno con quelli precedenti io non c'entro».

Ma nessuno la accusa.
«E ci mancherebbe: le donne nei mie brani comandano, gli uomini stanno sotto».

Pure «'O malessere»?
«Io gli uomini gelosi non li sopporto. Né canto mettendomi nei panni della ragazzina che invece ne subisce il fascino».

Come a dire che se uno fa un film sulla seconda guerra mondiale non sta mica invadendo la Polonia. Ma i «malesseri» non sono brodo di coltura per l'Italia dei femminicidi?
«Non so se sono loro, i gelosi, a creare una società patriarcale. So che la società italiana è ancora troppo sbilanciata in favore dei maschi».

Va bene, per non sbagliare: definiamo il suo «malessere».
«È bello e dannato, sfuggente e sbruffone, conquista con uno sguardo e vuole farsi desiderare, pensa a discoteche e motociclette ma in realtà è un insicuro che vive in posa».

Insomma, non proprio una versione sbruffona del «sarracino, bello e faccia e bello e core». È vero che la metà dei posti del Palapartenope sono già stati prenotati?
«Verranno per lo più ragazze sotto i 18 anni accompagnate dai genitori. Io sono la neomelodica delle ragazzine. Qualcuno mi prende di mira, dicono che sono lo Zecchino d'oro in versione partenopea e trash. Ma io sono onorata di piacere alle guaglione di periferia. Studio musica da quando sono piccola, poi mi sono fatta prendere dalle distrazioni tipiche dell'adolescenza. Poi, nel 2019, papà ha scritto per me una canzone. L'ho registrata e messa su TikTok».

Il brano era «Un selfie in riva al mare», promosso dalla coppia di influencer formata da Alessio e Milena.
«Sono i miei migliori amici, nel giro di poco ha raggiunto il milione di visite. Devo molto ai social. Non ci giriamo intorno, oggi senza TikTok e Instagram non si va da nessuna parte. Io coltivo i follower quasi individualmente».

Maria Nazionale nell'inno neomelodico di «Ragione e sentimento» pure si struggeva per un «malessere», ma la canzone condannava l'atteggiamento maschilista di lui.
«Amo Maria, come la Pausini, Elodie ed Annalisa, ma non mi ispiro a nessuna. E dico alle mie piccole ascoltatrici, anche con la mia immagine che esalta una femminilità generosa, abbondante, mediterranea, di non temere di essere se stesse». 

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