Bengalese preso a calci a San Gennaro Vesuviano, la comunità in allarme: «Due raid in un mese»

L'operaio di 60 anni stava tornando a casa, avvicinato e picchiato da due persone

Bengalese preso a calci la comunità in allarme «Due raid in un mese»
Bengalese preso a calci la comunità in allarme «Due raid in un mese»
di Francesco Gravetti
Domenica 10 Marzo 2024, 09:19 - Ultimo agg. 12:30
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Non sono rapine, a nessuno di loro viene sottratto il telefonino o il portafoglio. Ma non sono neppure aggressioni casuali o comunque spontanee: lo dimostrerebbero l'orario in cui avvengono (sempre lo stesso, quando casa la sera) e, soprattutto, le modalità, con due o più scooter che si avvicinano alla vittima, lo fanno cadere a terra e poi lo picchiano. Ed è per questo che è sempre più forte il sospetto che la regia sia una sola. A San Gennaro Vesuviano (in generale nella zona tra il Nolano e il Vesuviano) potrebbe esserci una gang dedita ai raid nei confronti dei cittadini del Bangladesh, la cui comunità da quelle parti è piuttosto folta, con problemi di integrazione che si trascinano da anni. I carabinieri e la Procura di Nola stanno mettendo in fila gli episodi che, intanto, si susseguono. L'allarme cresce, l'attenzione è massima.

L'ultimo fatto è avvenuto qualche giorno fa. È stato preso di mira un bangladese di 60 anni, nella zona del Pagliarone, ai confini tra San Gennaro Vesuviano e San Gennarello, frazione di Ottaviano.

L'uomo era a piedi e tornava da lavoro, quando è stato avvicinato da due persone in sella a uno scooter, che prima lo hanno scaraventato a terra e poi lo hanno preso a calci e pugni.

Lo straniero è stato soccorso da alcuni passanti e poi portato in ospedale, sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Nola, per effettuare rilievi e controlli.

Non hanno mostrato troppo stupore, i militari: la vicenda, infatti, somiglia moltissimo a quella capitata a fine gennaio ad un altro cittadino del Bangladesh, di 29 anni. In quel caso, l'aggressione si era verificata in via Ottaviano, intorno alle 22.30. Il giovane era appena uscito dall'opificio in cui lavorava e stava tornando a casa con la sua bicicletta quando è stato braccato da quattro ragazzi in sella a due scooter. La gang lo ha investito, passandogli con la ruota sulla gamba, poi è scappata via mentre qualcuno chiamava il 118. Il 29enne ha lasciato l'ospedale soltanto pochi giorni fa. 

In entrambe le circostanze le vittime si sono affidate ad uno studio legale di Quindici, in provincia di Avellino, quello dell'avvocato Antonello Leone. È stato proprio l'avvocato Leone a presentare denunce dettagliate, assistendo i migranti e aiutandoli a raccontare tutto ai carabinieri. Ora è in piedi una indagine, ma il lavoro da fare è ampio e delicato: vittime e possibili testimoni sono stati chiamati a ricostruire i fatti e a fornire ulteriori dettagli, poi ci sono le telecamere di sorveglianza, che potrebbero dare elementi utili. Non si tratta solo di recuperare i frames delle immagini nelle zone in cui sono avvenute le aggressioni, ma anche quelle delle vie limitrofe e di altre arterie di collegamento, per individuare i movimenti degli scooter.

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C'è poi da verificare se le spedizioni punitive sono un numero maggiore rispetto a quello certificato dalle denunce degli assistiti dello studio legale Leone. Non è escluso, infatti, che ci sia stata una certa ritrosia a presentarsi dinanzi alle forze dell'ordine da parte dei bangalesi, impauriti dal clima di terrore. Del resto, a fine gennaio la vittima parlò in un primo momento di incidente stradale, salvo poi trovare fiducia e decidersi a raccontare tutto. I cittadini del Bangladesh presenti a San Gennaro Vesuviano, ma anche nella vicina Palma Campania, a San Giuseppe Vesuviano e in altri Comuni del comprensorio nolano - vesuviano sono decine di migliaia. Si tratta di un fenomeno migratorio iniziato oltre venti anni fa, ma andato avanti sempre tra mille difficoltà, con molti problemi di convivenza tra loro e gli italiani. 

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