Caivano: «Io, laureata al Parco Verde ​resto per aiutare i bambini»

La 25enne neo dottoressa in Pedagogia

Stefania Police
Stefania Police
di Elena Petruccelli
Giovedì 21 Dicembre 2023, 11:18 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 11:45
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«Oggi mi affaccio alla finestra e vedo un quartiere normale». Stefania Police, 25 anni, è nata e cresciuta nel Parco Verde di Caivano. Ha appena conseguito la laurea magistrale in Consulenza pedagogica, e padre Maurizio Patriciello le ha dedicato un post sui social. «Intelligenza, caparbietà, sacrifici, voglia di non arrendersi. Desiderio di legalità, di normalità, di onestà, di libertà. Grazie, Stefania. La tua gioia è la nostra gioia. Il tuo successo è il nostro successo. Le tue speranze sono le nostre speranze», ha scritto il sacerdote.

Come è stato il risveglio da laureata?
«Avrei voluto dormire un po' di più (tono scherzoso, ndr), ma ringrazio di avere l'opportunità di potere parlare della realtà in cui vivo.

Il Parco Verde non è il primo, né sarà l'ultimo luogo delle periferie a vivere in situazioni di gravi difficoltà. Ma sono fermamente convinta che con le giuste professionalità, le cose possano davvero cambiare».

Completato il percorso universitario, si apre una nuova fase. Lo immagini lontano da Caivano?
«Due anni fa mi sono laureata in Scienze dell'educazione, al Suor Orsola Benincasa. Ora ho conseguito la magistrale in Consulenza pedagogica, sempre al Suo Orsola. Mentre studiavo ho già fatto pratica come educatrice in un asilo nido. Il prossimo passo è quello di lavorare e trovare lavoro magari proprio nel mio quartiere, che non voglio lasciare. Il mio futuro è qui».

Parco Verde, periferia per anni abbandonata e dimenticata. È stato difficile studiare?
«Alla triennale mi sono organizzata con un'amica dividendo le spese auto, troppo complicato raggiungere a piedi il centro di Caivano, aspettare l'autobus da Caserta e prendere metro e funicolare. Oggi c'è una fermata autobus nel Parco Verde che collega direttamente alla stazione ferroviaria».

Ti sei specializzata in pedagogia. Ha influito il posto in cui sei crescita?
«Credo nel potere di una buona educazione. Penso che una delle più importanti carenze dei nostri giorni sia proprio una emergenza educativa. Quando penso all'educazione penso a concetti importanti come rispetto, dialogo, comunicazione. Per questo ritengo sia fondamentale valorizzare figure professionali come la mia che possano fornire un approccio all'educazione e alla formazione, in ambiti che non siano solo famiglia e scuola».

Qual è l'argomento della tua tesi?
«Ho deciso di raccontare la realtà che si vive all'oratorio della parrocchia di San Paolo Apostolo, dove opera don Maurizio. Ho testimoniato la mia esperienza come pedagogista e come volontaria dell'associazione "Giovani della Speranza", il cui presidente è mio fratello più piccolo Adriano. Descrivo i contesti educativi non formali, dove è fondamentale la presenza di professionisti. L'oratorio è una luce nella periferia, un luogo dove si concentrano tanti vissuti, testimonianze, un luogo per educare l'intera comunità».

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Il governo è fortemente impegnato nella rinascita del quartiere. Come è vivere nel Parco Verde oggi?
«Fare rientro a casa la sera e non avere più quel terrore di potere essere coinvolti in una stesa, o di dovere allontanarsi perché pochi metri più avanti c'è una piazza di spaccio. I carabinieri fanno sentire costantemente la loro presenza con pattugliamenti. Il capitano è con noi in chiesa la domenica. Uno dei bambini che frequenta la parrocchia alla domanda cosa vuoi fare da grande, risponde "voglio fare Antonio Cavallo" (il capitano, ndr). Questo è il posto dove sono nata e dove voglio realizzare il mio futuro».

Che messaggio vorresti dare?
«Spero che il mio traguardo possa essere da esempio per gli abitanti del mio quartiere, soprattutto per le donne e i più giovani. Uscire dalle mura del parco e realizzare ciò in cui credono. Auguro ai miei coetanei di poter scegliere la vita che sognano. Se si vuole le cose possono cambiare, c'è sempre un punto per iniziare».

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