Faito, il monte ritrovato. Ma dietro il boom di visite restano gli antichi nodi

Duemila visitatori grazie alla funivia, arriva anche lo chef Cannavacciuolo

Cannavacciuolo con la famiglia sul Faito
Cannavacciuolo con la famiglia sul Faito
di Fiorangela d’Amora
Mercoledì 12 Aprile 2023, 07:54
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Al Faito si parla inglese, spagnolo, tedesco. La montagna sul mare diventa crocevia di culture e la Pasquetta appena trascorsa conferma un trend sempre in crescita. I turisti arrivano sulla montagna che si trova tra Castellammare e Vico Equense, attirati dai boschi, per il panorama che guarda al Golfo di Napoli, per l’accoglienza degli operatori. «Ma ora c’è da fare un scatto in avanti, quello che si poteva fare è stato fatto in questi anni, adesso bisogna sciogliere il nodo della gestione e ci vogliono scelte politiche».

Tristano dello Joio è il presidente del Parco Regionale dei Monti Lattari, ha il compito di valorizzare e proteggere ma non può gestire, così come non possono da soli i Comuni e i proprietari del “villaggio Monte Faito”, Regione e Città Metropolitana.

Nel week end pasquale tra i turisti c’era anche lo chef stellato Antonino Cannavacciuolo in gita con la famiglia. Circa duemila i viaggiatori che hanno raggiunto il Faito con la funivia, l’impianto che ha appena compiuto 70 anni.

«Manca ancora tanto per l’accoglienza dei turisti - aggiunge Mariella Verdoliva, presidente della fondazione Monti Lattari - il piazzale della funivia deve diventare il punto d’accoglienza. Per questo speriamo nella realizzazione del progetto “Piazza del Faito” che stiamo portando avanti con l’Eav». Un pool di giovani architetti ha ridisegnato il piazzale di arrivo, pensando a spazi coperti e a piccoli stand di vendita e accoglienza. Al Faito mancano però molti servizi essenziali: «Il mio pensiero va al post Pasquetta - conclude Verdoliva - manca la cultura del rispetto della montagna, e in quest’ottica è importante che Regione e Città metropolitana si attivino per un servizio costante di pulizia e per l’organizzazione di un presidio di primo soccorso».

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Mentre la politica latita su scelte importanti, a rendere il Faito una meta turistica ricca di servizi ci pensano gli operatori. Danilo Somma con il suo Sant’Angelo è un punto di riferimento al Belvedere: «La nuova stagione estiva inizia sulla scia di quella invernale. Con il progetto “Vicoequense outdoor” prenotiamo lezioni di tiro con arco, passeggiate a cavallo, trekking, escursione in mountain bike elettriche, pilates e yoga nel bosco». Tanto da fare al Faito, ma di sera si rischia ancora di restare al buio.

«Come sempre - conclude Somma - siamo pronti all’accoglienza, ma speriamo quest’anno di avere la nuova illuminazione pubblica». Mariagrazia Cinque dopo dieci anni di abbandono ha preso in gestione il bar della Funivia. «Nonostante non vi sia alcun lavoro di marketing per il Faito i turisti, soprattutto stranieri, arrivano con la gunivia grazie alle indicazioni dei titolari dei B&B a valle. Ma ora ci vogliono i contenuti per questa montagna meravigliosa, una programmazione di interventi ordinari e straordinari, quel salto di qualità che ancora manca». L’ultima iniziativa arriva dall’associazione Napolicreativa che ha dedicato la nona edizione del premio “La convivialità urbana” alle migliori idee di riqualificazione dedicate al Faito. «La montagna sul mare ha bisogno di qualità per risollevarsi da una crisi nera. Venti anni di inattivismo e mancanza di programmazione da parte di Regione Campania e Città Metropolitana hanno lasciato il segno. Questo concorso - spiega Benedetto Migliaccio, vicesindaco di Vico Equense - è una vetrina per ricordare il grande passato del Faito e le enormi potenzialità e le eccellenze che custodisce».

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