La madre del 18enne accoltellato a Torre del Greco: «Mio figlio ammazzato da due minori, agli assassini uno sconto di pena»

Giovanni Guarino aggredito in un parco giochi da un quindicenne e un quattordicenne

Marianna Colantuono con una foto del figlio Giovanni Guarino
Marianna Colantuono con una foto del figlio Giovanni Guarino
di Francesca Mari
Martedì 5 Settembre 2023, 00:06 - Ultimo agg. 18:13
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«Ciò che è accaduto a Giovanbattista Cutolo è un copione dell’orrore che si ripete. È accaduto al mio Giovanni e a tantissimi bravi ragazzi i cui sogni sono stati stroncati da mani criminali. Davanti alla morte di Giogiò ho provato rabbia e dolore. Da quando è stato ammazzato mio figlio, non è cambiato nulla. La legge va cambiata, servono pene esemplari». È arrabbiata e provata Marianna Colantuono, mamma di Giovanni Guarino, il 18enne di Torre del Greco ucciso a coltellate il 10 aprile del 2022 in un parco giochi da un 15enne e un 14enne, imparentati con personaggi del clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata. I due aggredirono Giovanni e un suo amico accusandoli di un’occhiata di troppo. 

Giovanni era uno studente e lavorava anche nell’azienda di famiglia, sognava di diventare cuoco. L’assassinio di Giogiò le ha riportato alla mente quella tragica Domenica delle Palme?
«Il dolore per la morte di mio figlio è sempre vivo, e queste tragedie sono coltellate che infieriscono nella ferita.

Un altro bravo ragazzo ucciso, un’altra famiglia distrutta. Due minorenni criminali che tra qualche anno usciranno di galera e potranno avere un futuro, mentre ai nostri figli il futuro è stato strappato. Servono pene più dure. Ho letto che chi ha ucciso Giogiò aveva già tentato un omicidio, ma è stato arrestato soltanto dopo aver ammazzato un innocente. Intanto se ne andava in giro armato pronto a uccidere. È disumano. È una vergogna, devono cambiare le leggi anche per i minori».

Si riferisce anche alla sentenza e allo sconto di pena per gli assassini di suo figlio?
«Sì. È assurdo che i due, condannati in primo grado a 14 anni e 8 mesi, in appello abbiano avuto uno sconto di 2 anni e 8 mesi. Tra buona condotta e altre agevolazioni potranno uscire anche tra dieci anni. Potranno farsi una famiglia, avere figli, vivere il futuro. Mio figlio no. Inoltre, viste le leggi della giustizia minorile, non ho potuto avere nemmeno un legale, al processo ero sola mentre loro erano sostenuti da tutta la famiglia. Perché si proteggono i criminali e non le persone per bene?».

Napoli è l’arsenale d’Europa per la detenzione di armi tra i minori. Che ne pensa?
«Penso che sia vero, ma nessuno fa nulla. Vediamo nei nostri quartieri minorenni, anche dodicenni, che fanno feste e “festini” con le armi come se fossero giocattoli ma nessuno controlla. Mentre mio figlio, un ragazzo a cui ho dato un’educazione impeccabile e dei valori, è morto alle giostre mentre la gente intorno stava a guardare. Ma ci rendiamo conto?».

Il padre di Giogiò invita i giovani a lasciare Napoli. È d’accordo?
«Noi siamo rimasti. Abbiamo qui lavoro e famiglia. Giovanni voleva diventare cuoco, ha lavorato anche sul lago di Garda, per lui non contava il luogo ma la famiglia e l’indipendenza economica. Tuttavia, crediamo che le mele marce siano ovunque: la povera Giulia Tramontano, con il figlio in grembo, è stata uccisa dal compagno, un milanese, in Lombardia».

Crede che la scuola e la cultura possano raddrizzare i minori in certi contesti?
«Assolutamente no. Purtroppo i bambini che crescono in spaccati criminali seguono i modelli negativi, e per loro è anche un vanto. Gli assassini di mio figlio al processo mi guardavano con aria di sfida, spavalderia. Certi minori vanno tolti ai genitori».

Fiction come «Gomorra» e «Mare Fuori» influenzano negativamente i minori?
«Non credo. Tutti le guardiamo, anche Giovanni le guardava ma non si sarebbe mai sognato di uscire con un’arma e uccidere qualcuno».

Chi le sta dando la forza di andare avanti?
«I nome e l’esempio di Giovanni. Abbiamo fondato un’associazione per le famiglie vittime della criminalità e la nuova amministrazione ha già stanziato un fondo per aprire una biblioteca per bambini dedicata a mio figlio». 

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