Incidente sul lavoro ad Afragola, operaio precipita e muore: accertamenti sul cantiere

Sotto accusa il responsabile della Keystone Restauri

Un'altra morte bianca ad Afragola
Un'altra morte bianca ad Afragola
di Giuseppe Crimaldi e Pino Neri
Martedì 20 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 07:26
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È precipitato da un ponteggio alto tre metri sul quale stava lavorando per completare i lavori di ristrutturazione di una palazzina e ha perso la vita. La lunga scia di sangue delle morti bianche passa stavolta per Afragola, grosso centro di 61mila abitanti alle porte di Napoli. Ancora morti sul lavoro, ancora tragedie che rilanciano un'emergenza troppo a lungo sottovalutata.

Teatro della tragedia, un edificio di via San Marco, arteria sempre trafficata che separa e congiunge Afragola con il confinante Comune di Casalnuovo: proprio per questo motivo inizialmente come luogo dell'incidente era stata indicata via Amalfi, a Casalnuovo. Un salto nel vuoto, poi l'impatto fatale: Pasquale Pispico, 35enne, sposato e padre di un bambino di appena tre anni, respirava ancora quando alcuni suoi colleghi lo hanno soccorso, caricato a bordo di una macchina e trasportato alla vicina Villa dei Fiori di Acerra. Pochi secondi dopo, però, l'uomo ha smesso di respirare.

Adesso il suo nome si iscrive nella dolorosa lista delle vittime morte di lavoro. Pispico stava effettuando dei lavori di ristrutturazione sui quali sono in corso ora approfonditi accertamenti da parte dei militari dell'Arma, coordinati dalla Procura di Napoli Nord. 

La tragedia si consuma in una manciata di secondi.

Ha smesso di piovere quando le maestranze si rimettono al lavoro all'esterno di un'abitazione di via San Marco: si tratta della casa del titolare dell'azienda edile per la quale Pispico lavorava. Drammatiche le testimonianze di chi era presente in quel momento: l'impatto al suolo è stato terribile. Pasquale Pispico ha battuto la testa ed è praticamente morto sul colpo. Come detto, il suo cuore già non pulsava più quando è stato trasportato al pronto soccorso di Villa dei Fiori di Acerra. Qui i sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Pispico lascia la compagna, anche lei trentenne, e un figlioletto di appena tre anni. Abitava con loro in un appartamentino del rione Licignano, a Casalnuovo. E ora si piange l'ennesima vittima innocente di un sistema da rivedere, nella rete dei controlli e negli standard di sicurezza.

Ancora incidenti sul lavoro, dunque, a pochi giorni dalla strage di Firenze, dove altri quattro manovali hanno perso la vita nel crollo di un capannone in cui stavano lavorando. 

Ma la tragedia che si è consumata ieri mattina ad Afragola sta assumendo i contorni di un giallo. Questo perché i carabinieri, quando sono accorsi sul luogo dell'incidente, si sono diretti in un primo momento verso un cantiere sbagliato, un punto errato indicato da qualcuno non si sa ancora bene per quale motivo.

Il cantiere in cui i militari hanno effettuato il primo intervento, intorno alle 12 di ieri, si trova in via Amalfi, come detto sopra nel territorio del Comune di Casalnuovo. Una volta giunti in questa stradina dissestata del centro, compressa tra una serie di palazzi e palazzoni, i carabinieri si sono accorti che la segnalazione pervenuta era in realtà fasulla. In via Amalfi hanno trovato un cantiere che non era quello in cui Pispico era effettivamente caduto.

Soltanto dopo aver approfondito le indagini gli investigatori sono riusciti a trovare il posto in cui il manovale è morto. Si trattava del cantiere aperto per la ristrutturazione della casa del titolare di Pispico, ubicato in una traversa di via San Marco, all'estrema periferia di Afragola ma a poche centinaia di metri dal centro di Casalnuovo. Ora si cerca di capire se dietro quella iniziale segnalazione errata si nasconda qualcosa di poco chiaro. I carabinieri vogliono approfondire anche quest'aspetto della vicenda.

Ci si chiede il motivo per il quale è stato indicato un cantiere al posto di un altro come luogo dell'ennesima morte bianca. Sempre secondo quanto riferito dagli inquirenti (le indagini sono condotte dal maresciallo Raimondo Semprevivo, comandante della stazione di Afragola, e dal tenente Antonio Pagnozzi, della compagnia di Casoria, con il coordinamento della Procura di Napoli Nord) stanno però emergendo altri sospetti. 

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Un'indagine non facile. Secondo quanto è finora emerso ci sarebbero dubbi sulle attrezzature e sui sistemi di sicurezza adottati in quella palazzina da ristrutturare. Quando Pasquale Pispico è caduto dall'impalcatura montata sulla casa del suo datore di lavoro non vi sarebbe certezza - stando sempre a quanto trapela dagli investigatori - che l'operaio avesse una cintura di sicurezza e che indossasse il casco.

Interrogativi a cui dovrà rispondere il responsabile della Keystone Restauri, la ditta di Casalnuovo di proprietà dell'imprenditore la cui abitazione è stata purtroppo teatro dell'ennesima tragedia sul lavoro. Per quanto riguarda invece la situazione contrattuale in cui si trovava Pispico al momento dell'incidente sarebbe nel frattempo emerso che il manovale era in possesso di un regolare contratto. Pure su questo però si stanno approfondendo in controlli. Resta tanta rabbia e dolore per quello che è accaduto. La mamma e la sorella di Pispico si trovano da anni in Germania, a Stoccarda. Hanno ricevuto al telefono la terribile notizia della scomparsa del loro caro. Il papà e i fratelli di Pispico sono stati invece tra i primi a sapere della morte dell'operaio. Il padre vive a Casalnuovo, dove fa l'operatore ecologico. Nel frattempo il sindaco, Massimo Pelliccia, ieri sui social ha espresso il suo cordoglio per l'accaduto. 

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