Attentato al finanziere nel Napoletano, movente privato

L'indagato aveva rapporti con uno studio legale pugliese

Attentato al finanziere nel Napoletano, movente privato
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 16 Ottobre 2023, 16:38 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 07:26
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Si chiama Franco Di Pierno, ha cinquanta anni ed è originario di San Severo, in provincia di Foggia. E' accusato di aver azionato il telecomando dell'attentato esplosivo ordito nei confronti di un ufficiale della guardia di finanza, lo scorso marzo a Bacoli.

E' stato arrestato e dovrà rispondere di tentato omicidio, al termine delle indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, sotto il coordinamento dell'aggiunto Sergio Amato. Erano passati 18 minuti dopo le cinque del pomeriggio di quel 21 marzo, quando nei pressi di una villetta privata è stato consumato l'agguato all'interno dell'auto del finanziere (una Lancia Delta).

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Probabilmente, secondo la ricostruzione della Procura, l'indagato era lì a pochi passi.

Con un telecomando pronto all'uso, ha atteso che l'auto arrivasse nella curva in discesa verso il garage. Le immagini sono chiare, l'obiettivo era la morte del finanziere. Agli atti ci sono una serie di riscontri emersi fino a questo momento, partendo da un presupposto: è un miracolo che l'uomo non sia morto, anche perché alcuni pezzi del cofano dell'auto distrutta sono stati trovati a decine di metri dall'attentato.

Ma chi è Franco Di Pierno? E che ci faceva a Napoli? Doverosa una premessa: parliamo di una vicenda allo stato iniziale, nelle prossime ore l'indagato .- che va considerato non colpevole fino a prova contraria - potrà replicare alle accuse. 

La prima traccia lasciata dal presunto attentatore è nel sistema di videosorveglianza, dal momento che subito dopo lo scoppio la prima immagine del cittadino di origine pugliese compare nel video di una telecamera della zona. Si trova nei pressi di via Bellavista a Bacoli, monta su una Ford Kuga e si dirige in direzione Bacoli. Dalle celle telefoniche del suo cellulare, emerge che almeno dal 15 marzo era nell'area flegrea, per aver alloggiato in un hotel di Pozzuoli. Resta una domanda: qual è il movente del tentato omicidio?

Ammesso che sia stato Di Pierno ad azionare il clic esplosivo, perché lo ha fatto? Ci sono tracce che riconducono l'indagato a uno studio legale pugliese, dal momento che Di Pierno - scrivono gli inquirenti - avrebbe venduto una pistola a un avvocato, che ha assistito la ex consorte del finanziere vittima dell'agguato. Una circostanza che vede ovviamente l'avvocato pugliese e la ex consorte del finanziere estraneo alle accuse di esplosivo e di tentato omicidio, in uno scenario che - ora più che mai - attende nuovi riscontri. Restano agli atti le parole del finanziere, che agli inquirenti ha detto: "Ho visto fumo bianco e fiamme alle spalle, ho mantenuto l'auto ferma con il piede sul freno, ho visto i quattro finestrini andare in frantumi. Poi sono riuscito a lasciare quell'inferno".  

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