«Dal Parco Verde di Caivano al festival di Giffoni: sì al recupero oltre la pena»

Coro di sì per la proposta di Gubitosi fondatore e direttore del Giffoni Film Festival

Don Maurizio Patriciello
Don Maurizio Patriciello
di Antonio Parrella
Domenica 8 Ottobre 2023, 09:00 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 07:06
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«Il Giffoni Film, festival numero uno al mondo di cinema per bambini e ragazzi, vuole essere dentro il percorso di recupero per i ragazzi che hanno sbagliato, consumando le violenze ai danni di due bambine di 10 e 12 anni». Sono le parole, racchiuse nell'intervento, pubblicato su Il Mattino, di Claudio Gubitosi, fondatore e direttore del Giffoni Film Festival, che prosegue ponendosi, tra l'altro, anche alcuni interrogativi con lo sguardo rivolto anche allo stupro di Palermo e all'episodio di Bari.

«Comprendo il dolore di chi è vittima di violenza. Ma ci sono anche i carnefici. Come ci occupiamo di loro? Quale strumenti di redenzione offriamo loro? La punizione più insopportabile per loro sarà quella di toccare con mano come un altro modo di vivere c'è e loro hanno scelto quello più sbagliato. Ai magistrati dico: mandateli a Giffoni, qui dove potranno vedere cos'è la pulizia dei rapporti sani, la pienezza dell'amicizia disinteressata, della solidarietà, della condivisione, la forza di un sorriso». L'appello di Gubitosi è stato recepito positivamente in città. «I ragazzi - commenta don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di San Paolo Apostolo del Parco Verde - vanno puniti secondo la loro età, ma anche aiutati a riprendere in mano le redini della loro unica e meravigliosa vita. Hanno sbagliato. Certo. Devono pagare. Nessuno sconto. Ma nessun inutile aumento di sofferenze. Abbandonarli a se stessi significherebbe tradire la nostra missione di adulti responsabili». «Abbiamo il dovere, ripeto: il dovere, di prepararli a reinserirsi nella società - precisa il sacerdote - sono tanto giovani. Hanno la vita davanti. Se, con l'aiuto di Dio e di tante persone di buona volontà, riusciremo a riaccendere in loro la fiammella della speranza, potremo essere contenti. Per questo motivo ho accolto con grande gioia l'idea del mio caro amico Claudio Gubitosi, di coinvolgerli al festival di Giffoni». Gli fa eco Bartolomeo Perna, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo 3 del Parco verde, frequentato dalle due piccole vittime dello stupro, che esprime il suo consenso. 

«Gubitosi - dice il preside - propone un'ottima iniziativa che, certamente, può essere utile se inserita nel contesto del recupero individuale dei minori incriminati. Far conoscere loro realtà positive, far toccare con mano la bellezza del cinema, del teatro, della cultura, del rispetto delle regole e anche dello studio letterario, può offrire una chanche per far rinascere sentimenti di amore e fratellanza». «Gubitosi - commenta l'ex sindaco Enzo Falco - ha il grande merito di aver dato vita al più grande festival del cinema per ragazzi.

La sua proposta ha sicuramente il valore di una provocazione che, ovviamente, ha il senso di ricordare che il carcere crea criminali, mentre il cinema, la cultura può, invece, salvarli. È una grande verità, che però va praticata soprattutto in via preventiva. Per questo la repressione, utilissima, non è sufficiente. Serve un grande progetto educativo e lavoro, lavoro, lavoro».

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Sull'argomento interviene anche l'imprenditore Nino Navas, vicepresidente del Consorzio Asi di Pascarola e fondatore delle associazioni socio-culturali Sveglia Caivano e L'Altra Caivano. «Concordo per un iter di recupero, che, però, comprenda più fasi - dice Navas - in primo luogo, in collaborazione con imprese e associazioni, gli autori di questi reati devono essere allontanati dalle famiglie e dalle zone dove hanno vissuto fino ad oggi. In secondo luogo, devono essere formati per il mondo lavoro, affinchè ci sia un loro concreto riscatto nella società. Pertanto auspico pure la riforma della legislazione penale minorile, perché nelle carceri non vi è rieducazione. Certamente portare i ragazzi a Giffoni tra i giurati ha più validità se ciò viene inserito in un più ampio progetto di recupero». 

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