Racket dei rifiuti a Pozzuoli, bruciato camion per la raccolta: in azione tre uomini armati e incappucciati

Gli attentatori hanno fatto scendere autista e operaio, poi hanno cosparso il mezzo di benzina e dato fuoco

Il camion incendiato a Pozzuoli
Il camion incendiato a Pozzuoli
di Gennaro Del Giudice
Venerdì 20 Gennaio 2023, 00:03 - Ultimo agg. 06:45
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Un’azione plateale, in pieno stile camorristico, per lanciare un messaggio forte e inequivocabile “a chi di dovere”. C’è l’ombra del racket dietro l’incendio che ieri notte ha distrutto un camion per la raccolta dei rifiuti di proprietà della “De Vizia Transfer”, azienda che dal 2006 gestisce il servizio di raccolta differenziata a Pozzuoli.

Inquietanti le modalità del raid, messo in atto nel cuore della notte: tre uomini con i volti coperti da passamontagna, di cui uno con pistola in pugno, hanno bloccato all’interno di un parco privato il mezzo, un costipatore adibito alla raccolta dei rifiuti, e sotto la minaccia dell’arma hanno fatto scendere l’autista e l’operaio addetto alla raccolta; poi hanno cosparso di benzina la cabina di guida e hanno appiccato il fuoco.

In pochi minuti le fiamme hanno divorato il mezzo, davanti agli occhi terrorizzati delle due vittime, dipendenti da oltre dieci anni della De Vizia.

Erano le tre circa quando i condomini del “Parco Di Bonito”, complesso residenziale che sorge nei pressi della Solfatara, sono stati svegliati nel sonno dalle urla e dalle sirene dei mezzi dei vigili del fuoco che, con non poche difficoltà, hanno raggiunto il camion in fiamme tra le auto in sosta. Un’azione pianificata nei minimi particolari, con i tre malviventi che hanno atteso che il mezzo giungesse nelle vicinanze di alcuni cassonetti posti in un tratto in salita e poco illuminato del parco per poi bloccare ogni via d’uscita all’autista. Nessuna parola pronunciata al cospetto delle vittime, se non l’invito ad abbandonare il mezzo. Un vero e proprio agguato che per modalità sarebbe da ricondurre al più classico degli “avvertimenti” da parte della criminalità organizzata, in una città dove in seguito ai recenti arresti di capi e gregari e ai pentimenti degli affiliati ai clan della galassia dei Longobardi-Beneduce starebbe prendendo quota un nuovo gruppo criminale, che vede alleate famiglie del quartiere di Monterusciello e del vicino comune di Quarto e nato intorno alla figura del boss Salvatore Cerrone detto “’o biondo”; cartello a cui si contrappone al momento lo storico clan Di Costanzo di via Napoli.

L’ipotesi della matrice camorristica è tra quelle seguite dai carabinieri della stazione di Pozzuoli che nella giornata di ieri hanno acquisito le testimonianze delle due vittime e la denuncia sporta dal rappresentante della sede puteolana della “De Vizia”, che ai militari hanno raccontato di non aver mai ricevuto alcuna richiesta di tipo estorsivo né minacce di alcun genere. Al vaglio ci sono anche le immagini di alcune telecamere dei sistemi di videosorveglianza installate nella zona. 

Parole di condanna e vicinanza alle vittime sono arrivate dal sindaco di Pozzuoli Gigi Manzoni. «Non possiamo evitare di esprimere, come cittadini e come amministratori, una ferma condanna verso tutte le forme di violenza e intimidazione ai danni di due lavoratori e di una società che svolge un servizio utile a tutti noi. Giunga la piena solidarietà e la forte vicinanza di tutta l’amministrazione comunale alla società e ai due lavoratori. Non faremo passi indietro nella lotta alla violenza, alla sopraffazione e alle intimidazioni» ha detto il sindaco, mentre l’opposizione ha chiesto all’amministrazione comunale di «intervenire immediatamente convocando un tavolo con il Prefetto per l’istituzione di un Comitato di ordine pubblico affinché fatti del genere non si ripetano più» e allo stesso tempo ha rivolto un appello ai cittadini «perché contro questo tipo di atti è necessaria una risposta ferma e univoca da parte di tutti. È importante che chiunque abbia visto o sentito qualcosa si rivolga alle forze dell’ordine».
 

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