Salvatore Parolisi a «Chi l'ha visto», è polemica dopo l'intervista in tv: «Perché dare voce a uno sciupafemmene assassino?»

La denuncia di Salvatore Fedele: tutto si gioca nel racconto di tradimenti, mancate relazioni sessuali, “diritti del maschio”, ma niente omicidio

Giustizia per Melania, la lettera di Salvatore Fedele
Giustizia per Melania, la lettera di Salvatore Fedele
Giovedì 6 Luglio 2023, 15:00 - Ultimo agg. 7 Luglio, 10:30
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È il 20 aprile del 2011, quando Melania Rea viene trovata morta, all'età di 28 anni, nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. Tre condanne per il marito, ex militare, Salvatore Parolisi non sono bastate a redimerlo. 

In esclusiva a «Chi l'ha visto» si presenta con camicia bianca, jeans, occhiali da sole: il volto di chi riesce a guardare negli occhi tutta Italia e dire alla telecamera «Ho tradito Melania più volte ma non l'ho uccisa», dichiarandosi innocente. E poi ancora: «Se trovassi un lavoro potrei uscire, ma chi me lo dà un lavoro quanto sentono il mio nome e cognome, scappano, fanno il deserto. Sarà dura, perché col mio nome è così, c’è chi ha pregiudizi, chi no...» - continua spacciandosi per la vittima, un lupo che diventa agnello.  

Le parole di Parolisi sono forti e riecheggiano nei televisori, nelle case, tra i cittadini indignati che ancora una volta si dia spazio all'aggressore, perchè purtroppo le vittime non possono più parlare. Ma, per fortuna, c'è chi parla per loro. Questo è il caso di Salvatore Fedele, responsabile di Respiro (Rete di sostegno per percorsi di inclusione e resilienza con gli orfani speciali), un progetto che ormai da molti mesi si occupa di offrire protezione e cura ai figli delle vittime di femminicidio.

Il responsabile ha scritto una lettera alla redazione del programma per indignarsi, per esprimere tutta la rabbia di chi sente queste storie ogni giorno e ogni giorno lavora per cambiare la tragedia. 

«Le scrivo di getto e di pancia per esprimerLe la nostra indignazione per la trasmissione dell’intervista a Salvatore Parolisi. Come è possibile che una giornalista del suo spessore e della sua professionalità permetta che vada in onda un’intervista intrisa del peggior maschilismo, dove non viene pronunciata dal Parolisi neanche una parola di pentimento, dove tutto si gioca nel racconto di tradimenti, mancate relazioni sessuali, “diritti del maschio” nei confronti della femmina, dove l’intervistato si racconta come una vittima?».

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«Come è possibile che non si sia pensato che queste immagini e queste parole sarebbero state viste da una ragazza (figlia) ormai grande e da familiari, che stanno facendo ancora grande fatica ad elaborare un lutto così devastante? Perché si dà tanta voce e parola ad uno che racconta e si racconta solo come uno “sciupafemmene”? Gli orfani dei femminicidi e dei crimini domestici non si meritano tutto ciò. E noi faremo di tutto per tutelarli, proteggerli, curarli in questa società che continua ad essere totalmente adultocentrica». 

Stesso nome, Salvatore: strano come le storie si intreccino; una è quella di un assassino mai pentito, l'altra di un uomo onesto che prova a smuovere qualche coscienza. 

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