Il 28 aprile 2011 Salvatore Parolisi, un militare di Frattamaggiore, uccise brutalmente la moglie Melania Rea con 35 coltellate. L'uomo - che si era sempre proclamato innocente - scelse di essere processato con il rito abbreviato e fu condannato all'ergastolo in primo grado e poi a 30 anni di reclusione dalla Corte d'assise d'appello dell'Aquila. Questa sentenza fu confermata nel 2015 dalla Cassazione, che escluse però l'aggravante della crudeltà e affidò ai giudici d’appello di Perugia la facoltà di ridefinire la pena. Nel maggio del 2015, a Perugia, si ridusse la condanna da 30 a 20 anni di reclusione.
Ieri, a distanza di sei anni dalla pena, Parolisi ha richiesto dei permessi premio per poter uscire dal carcere di Bollate per un periodo di tempo.
La famiglia di Melania Rea, avendo recepito questa notizia, ha dichiarato: «È terribile. Speriamo che questo non comporti ritrovarselo sulla porta di casa perché ha perso la patria potestà della figlia». Parolisi, difatti, nel corso del processo perse la patria potestà della figlia di 11 anni, che fu poi affidata ai nonni materni.
«Da quando abbiamo saputo che potrebbe uscire dal carcere anche solo per qualche ora non facciamo altro che pensare a questo. La giustizia ha dei vuoti che andrebbero colmati». Queste le parole del fratello della donna rilasciate qualche mese fa alla stampa, quando si parlava di una possibile richiesta di permessi speciali da parte di Parolisi, divenuta oggi una concretezza.