Afghanistan, le donne di Napoli in piazza con il burqa: «Il nostro abbraccio alle donne afghane»

Afghanistan, le donne di Napoli in piazza con il burqa: «Il nostro abbraccio alle donne afghane»
di Gennaro Di Biase
Martedì 24 Agosto 2021, 09:00
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Burqa al Plebiscito. Parte da Napoli il flash mob di solidarietà in direzione Afghanistan: donne e uomini si sono dati appuntamento ieri, nel tardo pomeriggio, a pochi metri da Palazzo Reale, per manifestare vicinanza alle donne afghane che vivono ore di angoscia, terrore, divieti e perdita di diritti dopo l'ascesa al potere da parte dei Talebani. Tutte le conquiste femminili degli ultimi anni sono andate perse in una manciata di giorni, con la presa di Kabul e i blitz porta per porta, nella capitale del Paese, dopo il ritiro delle truppe Usa. L'atmosfera è intensa durante il flash mob partenopeo, cui ha preso parte anche l'assessore comunale Alessandra Clemente, e la piazza cala per lunghi istanti in un silenzio atipico. Le adesioni, però, non sono da boom: si contano trenta veli, indossati da donne (in prevalenza), uomini e bambine. 

 

Una trentina di veli, dicevamo (i burqa, al contrario, presentano una grata per coprire lo sguardo), all'iniziativa di ieri circolata sui social con l'hashtag #nonmicoprogliocchi. «Non mi copro gli occhi - spiega Valeria Montagna, una delle organizzatrici - perché non sopporto che le donne a distanza di 20 anni debbano pagare quello spiraglio di libertà che avevano assaporato. Stanno tornando indietro di secoli, e si ripropone il problema delle spose bambine. Non siamo qui per chiedere qualcosa di specifico: volevamo solo trovare una piazza per dire basta e coinvolgere tutti coloro che non hanno più voglia di coprirsi gli occhi contro le torture. Sto indossando il velo, e mi mancano l'aria e la visibilità, che è ampiamente limitata. Altro che mascherine». «Indossiamo il velo come le nostre sorelle afghane - aggiunge l'altra organizzatrice, l'avvocatessa Argia di Donato - se solo una di loro vedrà ciò che stiamo facendo oggi, questo contribuirà a farle sentire meno sole. Siamo riunite in piazza per sensibilizzare e responsabilizzare la cittadinanza verso un problema che riguarda tutto l'Occidente. Va fondata una base differente, per creare una base che operi attraverso azioni concrete, come far crescere i numeri delle donne afghane accolte a Napoli e la creazione di corridoi umanitari. Speriamo che questo sia solo il primo di una serie di eventi analoghi ospitati in altre piazze d'Italia». Sono accesi i colori delle sciarpe adattate a burqa, ma l'aria è silente, triste e piena di una rabbia delusa. «L'umanità, con queste nuove restrizioni, sembra fare passi indietro da gigante. Se fossi nata afghana - sospira Gabriella Tortora, foulard a fiori attorcigliato intorno al collo e al capo - per me sarebbe complicato vivere con tante restrizioni.

Non è pensabile che si debba assistere all'impossibilità di uscire da sole di casa». Novità nella novità: veli anche per gli uomini, come anticipato, in segno di empatia. 

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«Un maschio col burqa - dice Giuseppe Rossi - credo che questo sia l'unico gesto che possiamo fare per fermare questa follia». «Per le donne afghane questo è un periodo terribile - aggiunge Federico Chianese, velo nero - I Paesi occidentali devono fare di tutto per concedere loro il diritto di asilo, qualora lo richiedano». A indossare il velo c'era anche la Clemente: «Napoli è pronta a ospitare donne e bambini afghani - dice - La negazione di libertà espressione alle donne ci coinvolge e ci riguarda tutte. Credo che questa città raggiungerà numeri importanti nell'accoglienza. Questo evento rappresenta un impegno culturale per i diritti. Credo che questo sia il preludio a un movimento per la libertà femminile che attraverserà tutto il mondo. In questo senso, Napoli c'è e fa la sua parte nei confronti di questa cupa pagina di storia delle donne».

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