Galleria Vittoria a Napoli, nuovo esposto: il Comune va esautorato

Galleria Vittoria a Napoli, nuovo esposto: il Comune va esautorato
di Paolo Barbuto
Sabato 3 Luglio 2021, 08:15 - Ultimo agg. 4 Luglio, 10:43
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Quando inizieranno i lavori alla galleria Vittoria? La domanda è senza risposta da più di nove mesi, e quel punto interrogativo continua a tormentare i napoletani anche adesso che il Comune di Napoli ha sbandierato ai quattro venti la soluzione della questione. Ma se tutto è stato risolto con la delibera di una settimana fa, perché non c'è ancora la firma sull'accordo a tre (Comune, Rfi e Anas) per la realizzazione dei lavori?


La domanda che tutti i napoletani si stanno facendo, se la sono posta anche gli associati di Aririna (Associazione per la Rinascita della Riviera di Chiaia e di Napoli), hanno anche deciso che l'attesa sta diventando troppo lunga e bisogna agire prima che la questione precipiti. Così l'Associazione e, in prima persona, anche il presidente Massimo Mazzucchiello, hanno presentato un esposto al Prefetto, alla Procura e anche al Ministero per le Infrastrutture per cercare di imprimere una svolta.

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Tra le tante richieste contenute nell'esposto (delle quali vi diremo con puntualità) ce n'è una che risulta determinante: è contenuta al punto sette del documento e chiede un intervento ministeriale per esautorare il Comune dalla gestione della vicenda della Galleria Vittoria.


Tutto si basa sul concetto di potere sostitutivo che può essere esercitato dal Ministero per le infrastrutture (ex Ministero dei lavori pubblici). In pratica, scrive l'associazione Aririna, per eliminare lo stato di inerzia di soggetti istituzionali, nell'interesse del cittadino e, quindi della sua sicurezza, c'è una norma che consente al Ministero di intervenire. L'inerzia, è ben spiegato nel testo, secondo l'associazione è quella del Comune di Napoli che sta tentando inutilmente da nove mesi di risolvere la questione della galleria.

Tra i punti sottolineati dall'associazione presieduta da Mazzucchiello c'è anche quello, determinante, del pericolo di fronte alle calamità naturali. L'esposto si concentra sulla nuova vivacità dei Campi Flegrei e sottolinea come la zona rossa di pericolo in caso di fenomeni eruttivi di quella porzione di territorio, coincida esattamente con la Galleria Vittoria che diventerebbe, ovviamente, determinante come via di fuga.


Ma l'esposto chiarisce cha anche in una situazione di vita normale, senza calamità naturali in atto, la chiusura della galleria Vittoria produce rallentamenti che interferiscono con il movimento dei mezzi di soccorso e che, fra l'altro, generano aumenti incontrollabili di emissioni inquinanti.
In realtà il documento si focalizza anche sulla presenza della cabina Enel all'interno della Galleria, struttura che viene gestita con puntualità dall'azienda ed è ritenuta una delle opere più sicure. C'è, poi, anche la richiesta di intervento sui mezzi di sollevamento fognario che trasformano il tunnel in un lungo canale puzzolente. Ma questi ultimi sono dettagli di minore intensità.

Il documento presentato all'attenzione di Prefetto, Procura e Ministero, si focalizza anche su «incertezza dell'inizio dei lavori e più che probabile lievitazione dei costi a causa dei tempi stretti di consegna che preludono alla necessità di dover ricorrere a turnazioni di lavoro straordinario/notturno».
Insomma, con corretto realismo, Aririna si chiede cosa accadrebbe se si superasse il limite previsto dei due milioni di euro di investimento? Come potrebbe il Comune far fronte a un evento del genere, non auspicabile, ma prevedibile?

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