Gallerie, Napoli e Milano preparano il gemellaggio

Gallerie, Napoli e Milano preparano il gemellaggio
di Gennaro Di Biase
Domenica 30 Gennaio 2022, 23:30 - Ultimo agg. 31 Gennaio, 18:18
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Gemellaggio all’orizzonte tra la Umberto I e la Vittorio Emanuele II. Questo è il progetto su cui si ragiona in queste ore a Palazzo San Giacomo e Palazzo Marino, con contatti in corso tra la giunta partenopea e quella milanese guidata da Giuseppe Sala. Un piano che, partendo dall’analogia strutturale e architettonica dei due monumenti, punta all’organizzazione di installazioni, eventi e iniziative contemporanee o itineranti nelle due Gallerie. Ovvio che, se a Napoli la Umberto I, dopo 8 anni di limbo e degrado, è in attesa di un rilancio avviato ma non semplice, la Vittorio Emanuele II è teatro di grandi griffe, alta cucina e turismo di massimo profilo. 

Un interscambio di concerti, eventi, installazioni artistiche. Un gemellaggio culturale e commerciale sull’asse Milano-Napoli. Col pieno placet di Manfredi, a fare da intermediario tra la giunta napoletana e Palazzo Marino, in questa fase, è il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Borrelli: «Ho parlato con Manfredi, l’altro ieri, durante una discussione operativa sul gemellaggio - spiega - Il sindaco vede con grande favore questa possibilità. Le ipotesi al vaglio sono numerose: una delle idee sarebbe quella di sfruttare la vicinanza dei due teatri lirici alle Gallerie per coinvolgere i due Conservatori delle rispettive città, e far suonare gli allievi milanesi a Napoli e viceversa. Si potrà ragionare anche su scambi gastronomici, eventi sociali, culturali e commerciali che possano avvenire in maniera coordinate nelle due Gallerie. Il sindaco Sala ha a disposizione tutto il materiale necessario sulle ultime evoluzioni delle questioni relative alla Umberto I, a partire dagli articoli del Mattino che mettevano in evidenza le differenze tra le Gallerie. L’obiettivo è che la Umberto I venga gestita come la Vittorio Emanuele II». O, quantomeno, che le somigli un po’ di più. 

Nell’attesa dell’evoluzione della trattativa sul gemellaggio, il confronto tra i due monumenti va sezionato su vari livelli. Dal punto di vista architettonico, le Gallerie sono sorelle, simili per la copertura in ferro, gli ampi spazi, le decorazioni, l’affaccio sui teatri lirici dei due capoluoghi.

Sorelle sì, ma non gemelle: la Vittorio Emanuele fu completata nel 1877. La Umberto I, invece, fu inaugurata 13 anni dopo. La cupola del monumento partenopeo è più alta di 10 metri rispetto a quella lombarda. Il confronto strutturale regge. A non tenere è il paragone commerciale: Dior, Prada, il ristorante di Cracco, la storica libreria Bocca: sono solo alcune delle attività della Vittorio Emanuele, le cui concessioni sono state rinnovate dalla giunta Sala nel 2015, anno dell’Expo milanese, e fruttano alle casse comunali una grossa cifra di locazioni. A Napoli, al contrario, sono ben 12 le saracinesche abbassate. E i locali sono tutti privati, dal momento che la costruzione della Umberto I non avvenne a carico dello Stato, ma fu ripagata in gran parte con i soldi della vendita degli appartamenti ricavati al suo interno. Strutture simili, destini diversi. In quest’ottica, il gemellaggio su cui sono al lavoro Palazzo Marino e Palazzo San Giacomo potrebbe riavvicinare le due storie, e favorire il rilancio della Umberto I: la sorella non meno bella, ma sicuramente meno fortunata. 

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Fa ancora male, intanto, la nuova grossa scritta realizzata da un qualche incivile sulle scale della Galleria (lato via Verdi): «Un vandalismo gratuito e inaccettabile - commenta Pasquale Barbaro, titolare del Salone Margherita - Sono tanti i ragazzini che, dopo aver preso cibo da Mc Donald’s bivaccano davanti all’ingresso del Salone. Senza una vigilanza serale, cose del genere accadranno anche in futuro, anche dopo l’eventuale quanto atteso restyling. Sono aperto alla soluzione della vigilanza privata, ma dubito che possa avere una grande efficacia in un luogo così difficile da gestire come la Umberto I». «Altre scritte, poco precedenti al Natale, sono state fatte nell’Angiporto, con una bomboletta spray blu - aggiunge Giancarlo Ascione, direttore del Museo del Corallo - In Galleria ce ne sono decine. Le telecamere aiuterebbero, e non poco, a scoraggiare questi teppisti. Purtroppo si tratta di una triste normalità alla Umberto I, che è uno specchio della realtà napoletana. Di sicuro, non tutti i napoletani amano Napoli, altrimenti cose del genere non potrebbero mai accadere. Non rispettare la bellezza significa non rispettare la città». 

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